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Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/216

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204 pensieri (2377-2378-2379)

o ad altro) gli antichi monumenti, codici ec. si trovano ordinariamente e con decisa frequenza imbrattati d’errori che si accostano o s’agguagliano alla pronunzia o al costume qualunque sia della lingua italiana o delle sue sorelle ec. (1 febbraio 1822). (2378)


*   Che non si dà ricordanza, né si mette in opera la memoria senz’attenzione. Prendete a caso uno o due o tre versi di chi vi piaccia, in modo che possiate, leggendoli una volta sola, tenerli tanto a memoria da poterli poi ripeter subito fra voi, il che è ben facile in quello stesso momento che si son letti; e ripeteteli fra voi stesso dieci o quindici volte, ma con tutta materialità, come si fa un’azione ordinaria, senza pensarvi e senza porvi la menoma attenzione: di lí ad un’ora non ve ne ricorderete piú, volendo ancora richiamarli con ogni sforzo. Al contrario, leggeteli solamente una o due volte con attenzione e intenzione d’impararli, o che vi restino impressi; ovvero poniamo caso che da se stessi v’abbiano fatto una decisa impressione ed eccitata per questo mezzo la vostra mente ad attendervi, anche senza intenzione alcuna d’impararli; non li ripetete neppure fra voi o, ripetendoli, fatelo solo una o due volte con attenzione; di lí a piú ore vi risovverranno anche spontaneamente e molto piú se voi lo vorrete; e se allora di nuovo ci farete attenzione, in modo che quella reminiscenza  (2379) non sia puramente materiale, ve ne ricorderete poi anche piú a lungo per un certo tempo. Dico tutto ciò per esperienza, trovando d’essermi scordato piú volte d’alcuni versetti ch’io, per ricordarmene, avea ripetuto meccanicamente fra me una ventina di volte e di averne ritenuto degli altri ripetuti una sola o due volte con decisa attenzione alle parti ec. E cosí d’altre cose ec. E chi sa che queste o simili osservazioni non fossero il fondamento di quell’arte della memoria che fra gli an-