Pagina:Zibaldone di pensieri IV.djvu/278

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266 pensieri (2480-2481-2482)

piú corre il tempo, tanto piú cresce la differenza ch’é tra uomini e uomini e la superiorità degl’inciviliti sui barbari. Non erano cosí differenti i persiani dai greci, benché differentissimi, né cosí inferiori, benché sommamente inferiori, quanto i messicani (benché non privi né di leggi, né di ordini cittadineschi e sociali, né di regolato governo, né anche di scienza politica e militare ridotta a certi principii) per rispetto degli spagnuoli. E principalmente nelle armi, i persiani e i greci non differivano gran cosa, laddove gli spagnuoli dai messicani moltissimo. E cosí rispettivamente nella tattica (16 giugno, domenica, 1822). (2481)


*   N. N. diceva che gli ossequi ec. e i servigi interessati rade volte conseguiscono l’intento loro, perché gli uomini sono facili a ricevere e difficili a rendere (tutti ricevono volentieri e rendono mal volentieri e poco). Ma eccettuava da questo numero quelli che i giovani prestano talvolta alle vecchie ricche o potenti. E soggiungeva che non v’ha lusinghe, ossequi o servigi meglio collocati di questi, né che piú facilmente e piú spesso ottengano il loro fine (17 giugno 1822).


*    Grazia dal contrasto. La medesima insipidezza o del carattere o delle maniere o de’ discorsi o degli scherzi, sentimenti ec., in una persona bella, fa molte volte effetto, ed è un charme, tanto nelle donne rispetto agli uomini, come viceversa. La stessa rozzezza o una certa poca delicatezza di modi ec. è spesse volte e per molti graziosa e attraente in una persona di forme delicate ec. (17 giugno 1822).


*    Ho discorso altre volte della ferocia cagionata nell’uomo virtuoso, nel giovane ec., dalla risoluzione di commettere a occhi aperti  (2482) un primo delitto.