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(3018-3019-3020) pensieri 137

della letteratura italiana e quelle lettere del medesimo Sassetti ch’ei quivi accenna (ed. roman., t. VII, par. I, p. 240-1). Dal detto luogo si raccoglie che quegli, se non erro, il primo diede notizia all’Europa della lingua sascrita, e molto veridica e giusta; della qual lingua trattò poi diffusamente un altro nostro italiano, il P. Paolino da S. Bartolommeo, Biblioteca Italiana, no 23, novembre 1817, p. 206 (23 luglio 1823).


*    Fatum da for faris. - Dicha spagnuolo (cioè detta) per fortuna (come desdicha sfortuna, dichoso, desdichada ec.) da dicta (femmin. come ἡ εἱμαρμένη, ἡ  (3019) πεπρωμένη, la destinée) o da dictum, come da suspectus o suspectum (gloss. Cang) sospetto, gli spagnuoli in femminino sospecha, invece di sospecho (23 luglio 1823).


*    Alla p. 2845. Si vuol notare che avvisare e altri verbi da me segnati alla p. 3005, i quali vengono da videre, serbano la forma regolare e ordinaria della loro derivazione dal participio in us, mentre il continuativo di video, che trovasi nel buon latino, non serba questa forma, e non è visare ma visere, coi composti invisere, revisere ec. Frattanto il francese viser, anche per significato, è vero continuativo di videre, ed è fatto da questo, non dal verbo francese che gli risponde, cioè voir il quale non ha mai la sillaba vis. Se però viser non viene da visage o dalla parola vis che propriamente significa viso, benché ora non s’adopri che nella dizione vis-à-vis (24 luglio 1823).


*    Alla p. 3007. Che tali verbi vengano da cotali nomi piuttosto che da’ verbi corrispondenti della terza, si può anche dedurre dal vedere che praeceps,  (3020) il quale sembra venir dalla stessa radice di manceps auceps ec. (siccome anceps ἀμφιλαφὴς, il quale fa pure ancipitis e non ancipis o ancupis), secondo quello che altrove ne ho ragionato, avendo per suo genitivo prae-