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140 pensieri (3023-3024-3025)

sario, ovvero neutro, e vaglia abbisognare, aver mestieri, indigere, poscere, come in ispagnuolo necessitar che si costruisce col genitivo (24 luglio 1823).  (3024)


*   Alla p. 3009. Altresí qualunque suono e qualunque vocabolo di una lingua straniera che adoperi caratteri diversi da’ nostri, se noi conoscendo quella lingua, non per sola favella orale, ma per iscrittura, ed essendo atti ed avvezzi a leggerla, concepiamo detto suono o vocabolo espressamente col pensiero, esso ci si rappresenta sotto la forma e ne’ caratteri ch’egli ha nella lingua a cui appartiene, ancorché quel tal suono elementare sia comune anche alla nostra ed espresso nel nostro alfabeto con un proprio carattere. Cosí sempre ci accade, fuori di qualche circostanza particolare, in cui la mente voglia o debba concepire, per esempio un vocabolo greco in caratteri latini ec. ec. (24 luglio 1823).


*    Alla p. 2828, fine. Notate che anche la vera pronunzia e la vera armonia della lingua latina è da gran tempo e perduta e ignota. Contuttociò, quantunque sia certissimo che questo rende assai difficile ai moderni di scrivere secondo la vera indole della lingua, del giro, del periodo, della costruzione latina ec., nondimeno, siccome la lingua latina è morta, cosí lo scrittore che oggi vuole scrivere in  (3025) latino (e cosí quelli che scrissero in latino dal trecento in poi) può trascurare affatto la pronunzia moderna, può anche fino a un certo segno dimenticarsela, può astrarre affatto dall’armonia, e non considerando negli antichi scrittori se non le pure costruzioni, i puri periodi ec. indipendentemente sí dal ritmo che ne risultava, sí da quello che oggi ne risulta, seguirli e imitarli ciecamente tali quali sono essi, non facendo caso della moderna pronunzia. Ma la lingua greca era ancor viva, benché la pronunzia fosse cambiata, e agli scrittori