Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/178

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(3783-3784) pensieri 173

occasioni di esercitarlo, rendendo cosí fatalissimo alla specie e mettendo in opera l’odio scambievole innato negl’individui d’essa specie, il quale senza società o in società larga sarebbe stato affatto o quasi affatto innocuo alla specie, ed inefficace, e per mancanza o insufficienza di occasioni e di stimoli neppur sentito. Il che sarebbe stato conforme alle intenzioni della natura, ed anche alla ragione assoluta, non essendo presumibile che la natura abbia voluto che niuna specie (molto manco l’umana) perisse per le sue medesime mani, o fosse infelicitata (e per conseguenza impeditagli la perfezione e il fine del suo essere) da’ suoi  (3784) propri individui; sicché ella medesima fosse causa di distruzione e d’infelicità, e quindi imperfezione a se stessa, e la sua medesima esistenza cagionasse direttamente e come propria, non altrui, opera la sua non esistenza, sia col distruggersi, sia coll’infelicitarsi, che è privarsi del proprio fine e complemento, e quindi rendersi non esistenza, e peggio ancora.1) Queste, essendo contraddizioni evidentissime e formalissime, sono escluse dal ragionamento assoluto; il principio stesso della nostra ragione, o si riconosce per falso, e non possiamo piú discorrere, o impedisce di supporre queste contraddizioni nella natura; le quali però vi avrebbero necessariamente luogo s’ella avesse voluto in qualunque specie una società stretta, siccome sempre in una società stretta, qualunque sia stata o sia o sia per essere la sua forma, hanno avuto ed avranno luogo le cose sopraddescritte. Dal che si deduce efficacissimamente che il supporre nella natura l’intenzione di una società stretta in

  1. Come il suicidio, o il tormentar se stesso per odio proprio, quello è, questo, se potesse essere, sarebbe evidentemente contro natura, cosí la guerra tra gl’individui d’una specie medesima, le uccisioni scambievoli e i mali qualunque procurati da’ simili ai simili, sono cose evidentemente contro natura, mentre pur sono assolutamente inevitabili e non accidentali (se non a una per una, non generalmente e tutte insieme), ma essenziali e costanti in qualsivoglia società stretta. Vedi p. 3928.