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66 pensieri (3618-3619)

nutivi propri, come in fiorellino ec., fino anche a triplicar la diminuzione (7 ottobre 1823).


*    La parola veneziana e marchigiana magari si fa venir dal greco μακάριος o μάκαρ. Ed io ne son persuasissimo. Cosí diciamo ancora beato me, beati noi, beato lui, loro, voi, te, se questo accadesse. Ch’equivale a magari, utinam (7 ottobre 1823).


*    Sciscitor dimostra il proprio participio di scisco, che or veramente non l’ha (siccome non l’hanno tanti altri del suo genere, per esempio hisco ec., neanche il perfetto passato), benché lo pigli in prestito, siccome anche il perfetto da scio. Vedi p. 3687. Cosí scisco e cosí i suoi composti.  (3619) Sciscitor o sciscito dimostra il participio sciscitus regolare e perfetto. Giacché ben s’inganna il Forcellini che deriva sciscitor da scio, da cui esso viene solo in quanto scisco è da scio, come vivisco da vivo ec. ec. (7 ottobre 1823). Che sciscito sia fatto per anadiplosi di scitus (sia di scitus di scio o di quel di scisco, che, secondo me, non è che un medesimo participio) o di scitor, oltre l’altre improbabilità e il suo evidente venir da scisco (il quale non è fatto per anadiplosi) e il non avervi, ch’io sappia, altro cotal esempio ec.; lo dimostra per falso la brevità del secondo i, laddove l’i di scitus e di scitor ec. è lungo. Vedi il pensiero seguente (7 ottobre 1823).


*    Alla p. 2865, margine. Queste osservazioni indebolirebbero o torrebbero l’argomento circa il continuativo di cio e di cieo da me recato a p. 2820. Nondimeno io trovo che da scītus di scio, lungo, si fa scītor (o scīto), altresí lungo. E quanto ai verbi in ito fatto da’ participi in itus della quarta coniugazione, io credo che in tutti l’i sia lungo come in essi participii (7 ottobre 1823). Equito è da eques equitis. Bisognerà dire che suppedito sia similmente da pedes peditis, onde gli