Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/196

Da Wikisource.
(4251-4252) pensieri 191

(se non prevale in ciò la tedesca) di tutte le lingue del mondo. Tanto piú mirabile in questo, quanto che si sa bene con quanto studio Isocrate cercasse gli altri pregi della dicitura, e soprattutto fuggisse il concorso delle vocali (il che egli ha fatto effettivamente e conseguito quasi da per tutto ed interamente); difficoltà certo grandissima, ed inceppamento; come ognun vedrebbe provandovisi; il quale però non ha punto impedito quella maravigliosa facilità (7 marzo, mercordí di quattro tempora, 1827).


*    Grispignolo. Lappa-lappula latino, lappola italiano.


*    Parrebbe che secondo ogni ragione, secondo l’andamento naturale dell’intelletto e del discorso, noi avessimo dovuto dire e tenere per indubitato, la materia può pensare, la materia pensa e sente. Se io non conoscessi alcun corpo elastico, forse io direi: la materia non può, in dispetto della sua gravità, muoversi in tale o tal  (4252) direzione ec. Cosí se io non conoscessi la elettricità, la proprietà dell’aria di essere instrumento del suono, io direi: la materia non è capace di tali e tali azioni e fenomeni, l’aria non può fare i tali effetti. Ma perché io conosco dei corpi elastici, elettrici ec., io dico, e nessuno me lo contrasta: la materia può far questo e questo, è capace di tali e tali fenomeni. Io veggo dei corpi che pensano e che sentono. Dico dei corpi, cioè uomini ed animali; che io non veggo, non sento, non so, né posso sapere che siano altro che corpi. Dunque dirò: la materia può pensare e sentire; pensa e sente. - Signor no; anzi voi direte: la materia non può, in nessun modo mai, né pensare né sentire. - Oh perchè? - Perché noi non intendiamo come lo faccia. - Bellissima: intendiamo noi come attiri i corpi, come faccia quei mirabili effetti dell’elettricità, come l’aria faccia il