Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4252

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[p. 191 modifica] direzione ec. Cosí se io non conoscessi la elettricità, la proprietà dell’aria di essere instrumento del suono, io direi: la materia non è capace di tali e tali azioni e fenomeni, l’aria non può fare i tali effetti. Ma perché io conosco dei corpi elastici, elettrici ec., io dico, e nessuno me lo contrasta: la materia può far questo e questo, è capace di tali e tali fenomeni. Io veggo dei corpi che pensano e che sentono. Dico dei corpi, cioè uomini ed animali; che io non veggo, non sento, non so, né posso sapere che siano altro che corpi. Dunque dirò: la materia può pensare e sentire; pensa e sente. - Signor no; anzi voi direte: la materia non può, in nessun modo mai, né pensare né sentire. - Oh perchè? - Perché noi non intendiamo come lo faccia. - Bellissima: intendiamo noi come attiri i corpi, come faccia quei mirabili effetti dell’elettricità, come l’aria faccia il [p. 192 modifica]suono? Anzi intendiamo forse punto che cosa sia la forza di attrazione, di gravità, di elasticità; che cosa sia elettricità; che cosa sia forza della materia? E se non l’intendiamo, né potremo intenderlo mai, neghiamo noi per questo che la materia non sia capace di queste cose, quando noi vediamo che lo è? - Provatemi che la materia possa pensare e sentire. - Che ho io da provarlo? Il fatto lo prova. Noi veggiamo dei corpi che pensano e sentono; e voi che siete un corpo, pensate e sentite. Non ho bisogno di altre prove. - Quei corpi non sono essi che pensano. - E che cos’è? - È un’altra sostanza ch’è in loro. - Chi ve lo dice? - Nessuno: ma è necessario supporla, perché la materia non può pensare. - Provatemi voi prima questo, che la materia non può pensare. - Oh la cosa è evidente, non ha bisogno di prove, è un assioma, si dimostra di se: la cosa si suppone e si piglia per conceduta senza piú.

Infatti noi non possiamo giustificare altrimenti le nostre tante chimeriche opinioni, sistemi, ragionamenti, fabbriche in aria, sopra lo spirito e l’anima, se non riducendoci a questo: che la impossibilità di pensare e sentire nella materia, sia un assioma, un principio innato di ragione, che non ha bisogno di prove.