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236 | pensieri | (4289-4290) |
piú decisa che mai, al miglioramento sociale, ha cagionato e cagiona il rinnovamento di moltissime cose antiche, sí fisiche, sí politiche e morali, abbandonate e dimenticate per la barbarie, da cui non siamo ancora del tutto risorti. Il presente progresso della civiltà è ancora un risorgimento; consiste ancora, in gran parte, in ricuperare il perduto (18 settembre 1827).
* Addolcendosi i costumi, diffondendosi le cognizioni e la coltura delle maniere nelle classi inferiori, avanzandosi la civiltà, veggiamo che i grandi delitti o spariscono, o si fanno piú rari. Se mancati i grandi delitti e i grandi vizi, potranno aver luogo le grandi virtú, le grandi azioni, questo è un problema, che l’effetto e l’esperienza della civilizzazion presente deciderà per la prima volta. - Parlando con un famoso ed eloquente avvocato napoletano, il Baron Poerio, che ha avuto a trattare un gran numero di cause criminali nella capitale e nelle provincie del Regno di Napoli, ho dovuto ammirare in quel popolo semibarbaro o semicivile piuttosto, una quantità di delitti atroci che vincono l’immaginazione, una quantità di azioni eroiche di virtú (spesso occasionate da quei medesimi delitti), che esaltano l’anima la piú fredda (come è la mia). Certo niente o ben poco di simile nelle parti men barbare dell’Italia, e (4290) nel resto d’Europa, né per l’una né per l’altra parte (Firenze, 18 settembre 1827).
* «C’est en conséquence de ces cruelles opinions, que l’on a vu enseigner publiquement, à la honte du Christianisme, que l’on ne devoit pas garder la foi aux hérétiques; sentiment que Clément VIII, qui d’ailleurs étoit assez honnête homme pour un Pape, approuvoit, ainsi que s’en plaint amèrement le Cardinal d’Ossat. L’inhumaine décision du concile de Constance, sur le mépris des saufs-conduits, est aussi le fruit de cette