Pagina:Zibaldone di pensieri VII.djvu/420

Da Wikisource.
(4477-4478) pensieri 411

dere veramente, come farebbe ad altri enti favolosi e fittizi, umani o soprumani ec. (30 marzo 1829).


*    Piombato, plombé (del color del piombo), per plumbeo.


*    Dépiter, se dépiter.


*    Vouloir per potere e per dovere. Vedi Alberti in vouloir fine.


*    Errori popolari degli antichi. - Parlerò di quegli errori che furono, o si può creder che fossero, propri de’ volgari, e di quella sorta di persone  (4478) che in tutte le nazioni vanno considerate come appartenenti al volgo; non già di quegli errori che il popolo ebbe comuni coi saggi; molto meno di quelli che furono proprii de’ saggi; materia che sarebbe infinita. Gli errori de’ saggi, antichi e moderni, sono innumerabili. Il popolo ha pochi errori, perché poche cognizioni, con poca presunzion di conoscere. Oltre che la natura, voglio dir la ragione semplice, vergine e incolta, giudica spessissime volte piú rettamente che la sapienza, cioè la ragione coltivata e addottrinata. E però non è raro che le genti del volgo e i fanciulli abbiano di molte cose opinioni migliori o piú ragionevoli che i sapienti; e non è temerario il dire che, generalmente, nelle materie speculative e in tutte le cose il conoscimento delle quali non dipende da osservazione e da esperienza materiale, i filosofi antichi errassero dalla verità, o dalla somiglianza del vero, meno che i filosofi moderni: se non in quanto i moderni, quando scientemente e quando senza avvedersene, sono tornati in queste cose all’antico (31 marzo 1829).


*    On ne s’égare point parce qu’on ne sait pas, mais parce qu’on croit savoir. Rousseau, Pensées, II, 219. Vedi p. 4502.