Vai al contenuto

Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/103

Da Wikisource.

— 99 —

dei ricciolini, il lampo di una fibbia in diamanti, illuminava un’alta acconciatura. Degli scoppi di gaiezza gettavano un baleno, occhi ridenti, denti bianchi travisti, il riflesso dei candelabri nelle tazze di Sciampagna. Frammezzo a domande lasciate senza risposta, e chiamate lanciate da un capo all’altro della tavola, si rideva forte, si gesticolava; i camerieri facevano il maggior chiasso, credendosi nei corridoi della loro trattoria, spingendosi, servendo le frutta ed i sorbetti con delle esclamazioni gutturali.

— Ragazzi miei! gridò Bordenave, sapete che domani si recita... State in guardia! Non troppo Sciampàgna!

— Quanto a me, diceva Foucarmont, ho bevuto nelle cinque parti del mondo tutti i vini immaginabili... Oh! dei li+ «quidi straordinari, degli alcool capaci di ammazzarvi un uomo sul colpo.... Ebbene! ciò non mi ha mai fatto male, non mi posso ubbriacare io. Ho tentato! ma è impossibile, impossibile!

Era pallidissimo, freddo, arrovesciato sulla spalliera della sseggiola, e beveva e ribeveva.

— Non importa, mormorò Luisa Violain; smetti, ne hai quanto basta... La sarebbe bella che avessi a curarti il resto della notte e

Un’ebbrezza metteva sulle guancie di Lucia Stewart le” vampe purporee che hanno i tisici, mentre Rosa si faceva tenera, gli occhi umidi, semispenti. Tatan N6éné, obesa, sorrideva vagamente nella sua stolidaggine di cretina. Le altre Bianca, Carolina, Simona, Maria cinguettavano tutte insieme, raccontando i loro affari, una disputa col loro cocchiere, un progetto di gita in campagna, imbrogli complicati di amanti rubati e restituiti. Ma un giovinotto accanto a Giorgio, avendo voluto abbracciar Lea, si ebbe una ceffata con un:

— Dite un po’, voi! volete finirla! piena di nobile sdegno.

Giorgio, interamente brillo, molto esaltato dalla vista di Nana, esitava davanti ed un’idea che maturava seriamente; quella cioè di mettersi carponi sotto la tavola, di andar ad «accoccolarsi ai piedi di lei come un cagnolino: nessuno potrebbe vederlo lì sotto, e vi starebbe cheto cheto. Ma quando Daghuenette, pregatone da Lea, ebbe detto all’importuno