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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/112

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Erano quasi le quattro: nella sala da pranzo si era disposta una tavola da giuoco intorno a cui sedettero Vandeuvres, Steiner, Mignon e Labordette; Carolina e Lucia in piedi dietro di loro, scommettevano, mentre Bianca sonnecchiosa, scontenta della sua nottata, ogni tanto domandava « Vandeuvres se non fosse ora di andarsene.

In sala si tentava di ballare.

Daghuenet s’era messo al Do al «cassettone»

come diceva Nana.

Ella non voleva strimpellatori: Mimi suonava delle polke e dei valzer quante se ne voleva.

Il ballo però languiva; quelle signore, mezzo assopite, in fondo ai seggioloni, ciarlavano fra di loro.

All’improvviso vi fu una gran chiassata. Undici giovinotti, che arrivavano in massa, ridevano forte nell’anticamera, facevano ressa alla porta della sala; uscivano dal ballo del ministero dell’interno, in giubba e cravatta bianca, con spranghette di ordini sconosciuti all’occhiello.

Nana, indispettita da quella rumorosa invasione, chiamò i camerieri rimasti in cucina, ordinando loro di cacciar fuori quei signori e giurava che non li conosceva, che non li aveva nemmeno mai veduti. 1

Fauchery, Labordette, Daghuenet, tutti gli altri uomini s’erano fatti avanti per far rispettare la padrona di casa.

Si vociavano ingiurie, già alcune braccia s’allungavano; per un momento si potè temere uno scambio generale di busse, Ma un biondino, dall’aspetto malaticcio, ripeteva con molta insistenza:

— Vediamo, Nana, l’altra sera, da Peters, nel gran salone rossò.... Rammentatevene dunque I.. voi ci avete invitati. ©

Da Peters? L’altra sera? No. Essa non se lo ricordava affatto. Quale sera, prima di tutto?

E quando il biondino le ebbe detto il giorno, un mercoledì, essa rammento bensì d’aver cenato da Peters, il mercoledì; ma non aveva invitato alcuno; ne era presso a poco sicura.

— Però, figlinola mia, se tu li hai invitati, mormorò Labordette, che cominciava ad avere de dubbi. Eri forse... un po’ allegra?