Vai al contenuto

Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/113

Da Wikisource.

— 109 —

Allora, Nana si mise a ridere, era possibile, ella non sapeva più altro. Ad ogni modo, poichè quei signori erano lì, potevano entrare, Le cose si accomodarono, parecchi dei nuovi venuti trovarono amici nel salotto, ed il tafferuglio si sciolse in istrette di mano. Il biondino d’aspetto malaticcio portava uno dei più gran nomi di Francia. D’altronde, essi annunciarono che altri li seguirebbero ed infatti, ad ogni istante l’uscio s’apriva, degli uomini si presentavano, in guanti bianchi ed in tenuta ufficiale. Venivano tutti dal ballo del ministero.

Fauchery domandò celiando se il ministro non stava per giungere. Ma Nana, indispettita, rispose che il ministro andava da gente che valeva per certo meno di lei. Quello che non disse però, si era una speranza serbata in cuore: la speranza cioè di veder comparire, fra quella coda di gente, il conte Muffat, che poteva aver mutato pensiero. Benchè intenta a discorrere con Rosa, non ristava dal tener d’occhio l’uscio d’entrata.

Suonarono le cinque: non si ballava più. Sole i giuocatori duravano a star saldi. Labordette aveva ceduto il suo posto; le donne erano tornate in sala.

Una sonnolenza di veglia prolungata vi si aggravava sotto la luce torbida delle lampade, di cui lo stoppino carbonizzato faceva rosseggiar i globi.

Quelle signore si trovavano a quell’ora di vaga malinconia che provocava in loro il bisogno di raccontare la loro vita.

Bianca narrava dell’avo, un generale, mentre Clarissa inventava un romanzo, la storia d’un duca, che l’aveva sedotta, in «casa di suo zio, ove veniva per la caccia del cinghiale; e tutte e due, dietro la schiena, facevano spalluccie, chiedendosi se era mai, Dio, possibile il contare simili fole. In quanto a Lucia Stewart, essa confessava placidamente la propria origine; parlava volentieri della sua gioventù, del tempo in cui suo padre, il meccanico della ferrovia del Nord, alla domenica le faceva far baldoria con un pasticcino di mele cotte.

— Oh! sentite un po’ una storia, disse a un tratto Maria Blond: C’è rimpetto a casa mia, un signore, un Russo, in somma un riccone. Figuratevi che ieri ricevo, un canestro di