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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/118

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baciandolo con ogni maniera di vezzi. Nulla è cambiato, sai, gli è sempre il mio Mimì che adoro... Ma era necessario... non è vero? Ti giuro, sarà ancora più delizioso. Vieni domani, c’intenderemo per le ore... presto, abbracciami come mi ami... Oh! più forte, più forte ancora!

E scappò; raggiunse Steiner, felice, ripresa dalla sua idea, il grillo d’andar a bere del latte.

Nell’appartamento vuoto, il conte di Vandeuvres rimaneva solo, coll’uomo decorato che aveva declamato il Sacrificio d’Abramo; entrambi inchiodati alla tavola da giuoco, scordando dov’erano, non vedendo la piena luce del giorno; mentre Bianca s’era decisa a coricarsi sur un canapè procurando di dormire.

— Ah, Bianca verrà con noi! gridò Nana. Andiamo a ber del latte, cara mia.... Venite dunque, ritroverete qui Vandeuvres al ritorno.

Bianca si alzò con pigrizia.

Stavolta la faccia apoplettica del banchiere illividì per dispetto, all’idea di condur seco quella ragazzona che lo disturberebbe.

Ma le due giovani se lo tenevano già in loro potere ripetendo:

— Sapete, vogliamo che lo mungano in nostra presenza.


V.


Si dava, alle Varietà, la trentaquattresima rappresentazione della Bionda Venere.

Il primo atto era appunto terminato. Nel foyer degli artisti, Simona, vestita da lavandaia, stava ritta davanti alla console sormontata da uno specchio fra le due porte d’angolo, che s’aprivano sul corridoio dei camerini. Tutta sola, si esaminava