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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/152

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coda in aria, fregandosi il dorso velloso contro la inferriata.

— Manco male! disse una voce rauca di donna. Credevo, che ci terrebbero lì tutta la notte... Che seccatori con le loro eterne chiamate!

Lo spettacolo era finito. C’era una corsa sfrenata, un vero galoppo su per le scale, il cui angusto vano echeggiava d’’esclamazioni nella fretta smaniosa di rivestirsi e di partire.

Mentre il conte Maffat scendeva l’ultimo scalino, vide Nana ed il principe, i quali seguivano lentamente il corritoio.

La giovine si fermò, poi, sorridente abbassando la voce:

— Va bene, disse; a fra poco.

Il principe tornò sul palcoscenico, dove lo aspettava Rordenave.

Allora, solo con Nana, cedendo ad un impulso di desiderioe di collera, Muffat le corse dietro; e mentre ella rientrava nel camerino, le schioccò un grosso bacio sulla nuca, su quei ricciolini biondi che le scendevano giù fin tra le spalle. Gli era come se rendesse il bacio ricevuto da Clarissa. Nana furibonda, alzava già la mano. Ma SAFARI ravvisò Manab ebbe un sorriso.

— Oh! m’avete fatto paura, disse semplicemente,

Ed il suo sorriso era adorabile, umile e confuso, come se ella non avesse sperato mai quel bacio, e fosse felice di averlo ricevuto, Ma ella non poteva nè quella sera, nè il domani.

Conveniva aspettare. Se anche avesse potuto, sì sarebbe fatta desiderare. Il suo sguardo esprimeva tutte quelle idee.

Finalmente soggiunse:

— Sapete, sono proprietaria... Sì, compero una villa presso Orleans, in un paese ove so che andate qualche volta....almeno così m’ha detto Bébdè il piccolo Giorgio Peste Voi lo conoscete? Venite a trovarmi laggiù.

Il conte, spaventato egli stesso della sua brutalità d’uomo timido, vergognoso di ciò che aveva fatto, la salutò rispettosamente, promettendole di accettare il suo invito. E s’allontanò camminando come in sogno.

Raggiungeva il principe, quando passando davanti al foyer udì Satin gridare:

— Oh! che sudicio vecchione! non mi rompete le scattole!