Vai al contenuto

Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/157

Da Wikisource.

— 153 —

siguora, ma voi non sarete di certo più qui quand’egli arriverà.

Si serviva il caffè. La conversazione era caduta su Parigi; venne proferito il nome di Steiner; quel nome strappò un lieve grido alla signora Hugon.

— A proposito, disse, il signor Steiner è ben quell’omaccione che una sera ho incontrato da voi, un banchiere. Eccone uno che è proprio un figuro! Dire che ha comperato un podere posto peco lungi da qui, dietro alla Choue, presso Gumières, per darlo ad una commediante! l’utto il paese è scandalezzato!... sapevate questo, amico mio?

— Nulla affatto, rispose Muffat. Ah! dn ha comperato una campagna nei dintorni?

Giorgio, udendo la madre intavolar daino aveva chinato la faccia sulla chicchera; ma la rialzo è guardò il conte, stupito della sua risposta. Perchè mentiva egli così ricisamente?

Dal canto suo, il conte, avendo notato l’atto del giovine, gli gettò un’occhiata di diffidenza. La signora Hugon contimuava a dar ragguagli; la campagna si chiamava la Mignotte; per arrivarvi bisognava risalir la Chou fino a Gumières, poi attraversare un ponte, ciò che allangava la strada di due chilometri buoni; altrimenti si correva rischio di bagnarsì i piedi o di dare una tuffatina nell’acqua.

— E come si chiama l’attrice? chiese la contessa.

— Ah! non me l’hanno detto; però, mormorò la vecchia signora, Giorgio, eri là anche tu questa mattina, quando il giardiniere l’ha nominata...

Giorgio finse di frugare nella sua memoria. Muffat aspettava, facendo girar un cucchiarino fra le dita.

Allora la contessa, volgendosi a quest’ultimo:

— Steiner, disse, non ha ora quella cantante del teatro delle Varietà, quella Nana?

— Nana, ecco, appunto; un orrore di donna! gridò la signora Hugon arrabbiata, E, a quanto pare, l’aspettano alla Mignotte, Io so tutto questo dal giardiniere, N’è vero; Giorgio? il Bar diniere diceva che giungerebbe questa sera.

Il conte ebbe un lieve sussulta di sorpresa.

-