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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/160

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la ci trovava un gusto matto a piantarlo in asso, mandandogli un bollettino del suo medico.

Quando, l’idea di giungere per la prima alla Mignotte, di vivervi due giorni senza che alcuno lo sapesse, fu entrata nel suo cervello, fece gran premura a Zoò pei bauli, e la spinse in una carrozza dove, intenerita, le chiese scusa abbracciandola.

Fu solamente al du/fet della stazione ch’ essa pensò a

prevenir Steiner con una lettera. Lo pregava però d’aspettare due giorni a raggiungerla se voleva trovarla fresca e ripoposata. E, saltando d’un tratto ad un altro disegno, dettò una seconda lettera, in cui scongiurava sua zia, la Lerat, di conaurle immediatamente il suo Gigino. La campagna gioverebbe tanto a Bebè! e come la si divertirebbe con lui sotto agli alberi!

Nel tratto da Parigi a Orleans, in vagone, non parlò che

di ciò, gli occhi umidi, in una subitanea crisi d’amor materno, in cui confondeva i fiori, gli uccelli ed il suo bimbo.

La Mignotte era a tre leghe dalla stazione. Nana perdette

un’ora per noleggiare una vettura, un immenso carozzone, in pessimo stato, che andava piarfo con un tintinnio di ferramenti. Si era messa subito in dimestichezza col cocchiere, un vecchierello taciturno, e lo tempestava di domande.

’Era passato spesso davanti alla Mignotte? Allora era dietro a quella collina? Vi dovevano esser molti alberi, eh? E la casa la si vedeva da lontano? Il vecchierello rispondeva con dei grugniti.

Nana, in carrozza, non stava in sè per l’ importanza, mentre Zoè, stizzita d’aver lasciato Parigi così in fretta, sedeva impettita ed imbronciata.

Il cavallo, essendosi fermato di bolo, la giovane i drodatla di esser giunta, e mettendo la testa allo sportello, chiese:

— Ci siamo, eh?

Per tutta risposta il cocchiere aveva frustato il SATALO, che si diede a salir penosamente un pendìo.

Nana contemplava»con estasi la pianura che si stendeva

immensa sotto il ciale bigio, in cui s’ amrfucchiavano densi nubi.. >