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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/189

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l’indomani; voleva tornar a Parigi con Lucia, adescato dall’idea di portarsi via questa ragazza, che da dieci anni frequentava senza l’ombra d’un desiderio.

Il marchese di Chouard, col naso nel piatto, pensava alla figliuola di Gaga. Si ricordava d’aver fatto saltar Amelia sulle ginocchia: come i ragazzi crescevano ora! Diventava ben grassoccia quella piccina! Ma il conte Muffat sovratutto rimaneva silenzioso, assorto, il viso acceso. Aveva gettato un lungo sguardo su Giorgio. Nell’uscir di tavola, salì a chiudersi in camera, accusando un po’ di febbre. Il signor Venot gli corse dietro e vi fu tra loro una gran scenata: il conte 8’era buttato sul letto, soffocando nei guanciali dei singhiozzi nervosi, mentre il signor Venot, con voce soave, lo-chiamava fratello e gli consigliava d’invocar la misericordia divina* Muffat non l’udiva, mandava rantoli. Di botto, balzò dal letto, dicendo:

— Vado da lei... Non ne posso più.

— Sta bene, mormorò Venot, vi accompagno,

Mentre uscivano, due ombre sparivano’ nelle tenebre d’un viale. Tutte le sere, la contessa Sabina e Fauchery, lasciavano solo ormai Daguenet aiutare Estella nei preparativi del thè, Il conte camminava sì rapidamente, che il compagno doveva correre per tenergli dietro. Anelante, quest’ultimo non smetteva di ripetergli i migliori argomenti contro le tentazioni della carne. L’altro non apriva bocca, volando nell’ombra.

Quando fa davanti alla Mignotte, non disse altro che:

— Non posso... Andatevene.

— Sia fatta la volontà di Dio, mormorò Venot. Egli prende tutte le vie per assicurar il suo trionfo. Il vostro peccato sarà una delle sue armi.

Alla Mignotte, si litigò durante il desinare. Nana aveva ricevuto una lettera di Bordenave, nella quale la consigliava in tono di noncuranza e di motteggio, di stàr in riposo: la piccola Violaine otteneva due chiamate per sera. E, siccome Mignon insisteva ancora perchè ella partisse l’indomani con loro, Nana, furibonda, dichiarò che non intendeva ricever consigli. A tavola era stata d’una riserbatezza ridicola. Per una parola un po’ cruda, sfaggita alla Lerat, aveva esclamato che,