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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/198

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dere, la era seccata alla fine di non essere libera; e nella sua sorda rivolta, cresceva in lei la smania furiosa di fare una corbelleria.

Il bel guadagno, invero, d’aver degli uomini per bene!

Aveva divorato il principe e Steiner per dei capricci puerili, — senza sapere dove il denaro se ne andava. Il suo appartamento del Boulevard Haussman non era nemmeno interamente

mobigliato: solo, il salotto in raso rosso, stonava, troppo a dorno e troppo zeppo. E tuttavia i creditori la tormentavano più di una volta, quando non aveva un soldo; il che le cagionava una continua sorpresa, poichè ella si citava come un modello di economia.

Da un mese, quel ladro di Steiner trovava a mala pena un migliaio di franchi, i giorni in cui ella minacciava di metterlo alla porta, se non glieli avesse portati.

In quanto a Maffat, era un idiota, ignorava quanto si doveva dare, ed essa non poteva fargli carico della sua spi lorceria.:

Ah! come avrebbe piantato tutta questa gente, se non si

fosse ripetuta, venti volte al giorno, delle massime di buona condotta! Conveniva esser ragionevole, Zoè lo diceva ogni mattina; ella stessa aveva sempre presente un ricordo religioso, la visione regale di Charmont, incessantemente evocata ed ingigantita.

Ed era perciò che, malgrado un fremito di collera repressa, ella si faceva sottomessa al braccio del conte, andando da una vetrina all’altra, in mezzo ai passeggieri, ormai più diradati.

AI di fuori, il lastrico 8’ asciugava, un vento fresco che

infilava la galleria, spazzava via l’aria calda di sotto all’invetriata, sgomentava le.lampade colorate, le ribalte a gas, il gigantesco ventaglio ardente, come un fuoco d’artificio. Alla porta d’un restaurant, un cameriere spegneva i globi, mentre nelle botteghe vuote e fiammeggianti, le padrone al banco, immobili, sembravano essersi addormentate ad occhi aperti.

“— Oh! che amore! riprese Nana all’ultima vetrina, tornando “EGRISHTO qualche passo per intenerirsi alla vista d’una