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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/200

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progetti sotto una follata d’ebbrezza. Figurati che Lea racconta il suo viaggio in Egitto: gli è d’un buffo! C’è una storia di bagno...

E raccontò la storia. Nana s’indugiava con compiacenza; avevano finito per addossarsi, l’uno davanti all’altro nel corritoio. Dei becchi di gas ardevano sotto il basso soffitto, un odore vago di cucina dormiva fra le pieghe degli addobbi.

Tratto, tratto, per intendersi, allorchè lo strépito della sala.

raddoppiava, erano costretti ad avvicinare i loro volti. Tatti.

— i venti secondi un cameriere, carico di piatti, trovando il passo impedito nell’andito, li spostava; ma essi, senz’interrompersi, si stringevano contro il muro, ciarlando placidi, come in casa loro; in mezzo al vociare degli avventori e allo scompiglio del servizio.

— Guarda un po’, mormorò il giovane accennaAndole collo sguardo la porta del gabinetto in cui Muffat era scomparso.

Guardarono entrambi. La porta aveva lievi fremiti, un soffio sembrava agitarla. Alla fine, con estrema lentezza, si chiuse, senza il menomo rumore; essi scambiarono una risata silenziosa. Il conte doveva avere una faccia assai buffa, solo, là dentro.

«— A proposito! domandò lei, hai letto l’articolo di Fauchery sul mio conto?

— Sì, Za Mosca d’oro, rispose Daghuenet; io non te ne parlava, temendo di darti dispiacere.

— Dispiacere, perchè? E lunghissimo, quel suo articolo.

Era lusingata Che il Figaro si occupasse della sua persona.

Senza gli schiarimenti del suo parrucchiere, Francesco, che le aveva portato il giornale, essa non avrebbe capito che sì trattava di lei.

Daghuenet l’esaminava con un’occhiata di sbieco, ghignando della sua aria fanfarona. Infine, poichè la era con-.

tenta lei, tutti dovevano esserlo.

— Scusate! gridò un cameriere, separandoli, portando a due: mani una bomba gelata.

Nana aveva fatto un passo verso il salottino, in cui Muffat:

aspettava.

— Addio dunque, riprese Daghuenet. Va a ritrovare il tuo cornuto.