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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/201

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Di nuovo ella si fermò.

— Perchè lo chiami cornuto?

— Perchè lo è, perbacco!

Essa ritornò ad addossarsi al muro, profondamente interessata.

— Ah! disse semplicemente.

— Come! tu non lo sapevi? Sua moglie fa all’amore con Fauchery, cara mia.. la cosa deve aver cofhinciato in campagna... Or ora, Fauchery m’’ ha lasciato, mentre io veniva qui, e sospetto che abbia un ritrovo in casa sua, per questa sera. Hannb inventato un viaggio, io credo.

— Nana rimase muta sotto il colpo dell’emozione.

— Lo sospettava! disse alla fine battendo sulle sue coscie.

L’avevo indovinato, al solo vederla, quella volta, sullo stradone... Se è mai possibile! una donna onesta ingannare suo marito, e con quel figuro di Fauchery! Gliene insegnerà di belle, colui.

— Oh! mormorò Daghuenet malignamente; non è il suo primo passo. La ne sa forse quanto lui.

“Allora, essa ebbe un’esclamazione di sdegno.

— Davvero!... Ve’ che gente! è una cosa schifosa!

— . Scusate! gridò un cameriere carico di bottiglie, separandoli.

Daghuenet la ricondusse, la trattenne un istante per la mano. Aveva preso la sua voce cristallina, una voce dalle note d’armonica che era causa di tutto ìl suo successo presso quelle signore.

— Addio, carina... Sai, ti amo sempre.

Ella si svincolò; e sorridente, la voce coperta da una salva di grida e-di evviva, che faceva tremar la porta della sala:

— Babbeo, disse, l’è finita... Ma non monta. Vieni su, uno di questi giorni. Faremo quattro ciarle.

Poi, ritornando molto seria, e col tono di una borghese stomacata:

— Ah! gli è cornuto... Ebbene! caro mio, gli è un brutto affare lo, questo m’ha sempre disgustata, un becco.

Quando entrò nel salottino finalmente, vide Muffat, seduto.

su di uno stretto divano, che si rassegnava, il viso bianco,