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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/203

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una passione del suo corpo, un’estasi pel raso della sua pelle e della linea flessuosa del suo busto che la teneva, seria éd attenta, assorta in un amore di sè medesima; spesso il parrucchiere la sorprendeva in quello stato, senza che essa voltasse la testa. Allora Muffat andava in collera, ed essa ne rimaneva meravigliata. Che cosa gli saltava? Non era già per gli altri, era per lei.

Quella sera, volendo vedersi meglio, accese le sei candele dei bracciuoli. Ma mentre lasciava scorrer giù la camicia, si arrestò, preoccupata da un stante; con una domanda a fior di labbro.

— Non hai letto l’articolo del Figaro?... Il giornale è lì

sul tavolino.

Il riso di Daghuenet gli tornava alla memoria, ed era tormentata da un dubbio. Se quel Fauchery l’avesse mai can zonata, si vendicherebbe.

— Si pretende che si tratti di me, là dentro, riprese lei, ostentando un’aria d’indifferenza. Eh! carino, olio ne dici tu?

E, lasciando cadere la camicia, aspettando che Maffat avesse finito la sua lettura, ella rimase nuda.

’Muffat leggeva lentamente. La cronaca di Fauchery, intitolata Za Mosca d’oro, era la storia d’una ragazza, nata da quattro o cinque generazioni di beoni, col sangue guasto da una lunga’ eredità di miseria e di bagordi, che in lei si trasformava in un sconquassamento nervoso del suo sesso femmineo.

Ella era sbocciata in un sobborgo, snl lastrico di Parigi:

e, alta, bella, di carni stupende, come una pianta sorta in pien letamaio, faceva le vendette dei cenciosi e dei derelitti, di cui era il prodotto. Con lei, il putridume che si lasciava fermentare nella plebe, risaliva e ammorbava l’aristocrazia.

Essa diventava una forza della natura, un fermento di distruzione, inconscia ella stessa della sua potenza, corrompendo è disorganizzando Parigi tra le sue coscie di neve, corrompendolo, come ogni mese, le donne, in un dato periodo, corrompono il latte, facendolo inacidire, ed era alla fine dell’articolo che trovavasi il paragone della mosca, una mosca color di sole, involatasi dal mondezzaio, una mosca che succhiava la