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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/241

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massiccie, apparivano alcune giovinette smilze, coll’aria ancora ingenua sotto la sfrontatezza del gesto, delle esordienti,

raccolte in una taverna e comlotte da un cliente presso. Laura, ove la folla delle donnone, sollevata dalla freschezza della loro giovinezza, si pigiava, si serrava loro d’attorno, corteg© giandole come dei vecchi scapoli irrequieti, e pagando loro.

delle leccornie.

Quanto agli uomini, erano poco numerosi, dieci o quindici al più, in atteggiamento umile sotto l’onda invadente delle gonnelle, eccettuati quattro buontemponi che se la godevano, a loro bell’agio, venuti apposta per vedere.

— N’è vero? diceva Satin, è buonissima la loro cucina.

Nana accennava col capo, soddisfatta.

Era l’antico desinare succulento d’un albergo di provincia;.

Vol-au-vent alla finanziera, pollastra al riso, fagiolini al sugo, crema alla vaniglia gelata.

Quelle signore attaccavano di preferenza la pollastra lessa con riso, scoppiando nei loro COrEStAI, forbendosi le labbra con lento gesto o

In sulle prime, Nana aveva avuto paura d’incontrare delle amiche d’una volta, che le avrebbero fatto delle stupide domande: ma si rassicurò, non iscorgeva nessun viso di sua conoscenza fra quella folla assai mista, in cui abiti stinti, e cappelli denlorevoli, stavano accanto alle ricche acconciature,.

nella fratellanza di una comune depravazione.

Per un momento, l’attenzione di Nana fa rivolta ad un.

giovanetto dai capelli corti e ricciuti, dal viso insolente, trat-tenendo senza fiatare, sotto il giogo de’suoi minimi capricci, tutta una tavolata di quelle creature affoganti nell’adipe.

Ma mentre il giovanetto iaia in una canne il suo seno gonfiossi.

— + To, è una donna! lasciossi sfaggire con un legget grido.

Satin, che s’impinzava di pollastra, alzò la testa sussurrando:

— Ah! sì, io la conosco... Molto chie! I Se di rubano a.

Vicenda!_

Nana fè un visaccio da dig Non capiva ancora da.