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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/253

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— Allora, pur adorando il suo diletto, con una passione tanto più cieca, inquantochè, ormai la pagava, Nana ricadde nel fango del suo esordire.

Scivolò fino al fondo, battà il lastrico, colle sue vecchie ciabatte da piccola cenciosa, a caccia dan pezzo da cinque franchi.

Una domenica, al mercato La Rochefoucauld, aveva fatto pace con Satin, dopo esserlesi avventata contro:, rinfacciandole madama Robert furiosamente. Ma Satin si contentava di rispondere che quando una cosa non piace, non è una ragione questa per voler disgustarne gli altri.

E Nana, di spirito largo, cedendo a quell’idea filosofica che non si sa mai dove si andrà a finire, aveva perdonato.

Anzi, stuzzicata nella sua curiosità, la interrogò su dei dettagli di vizio, meravigliata d’imparare ancora qualche cosa, alla sua età, mentre la sapeva così alla lunga; e rideva, dava in esclamazioni, trovando la cosa molto strana, un po’ stomacata tuttavia, perchè in fondo, la era assai primitiva per ciò che non entrava nelle sue abitudini.

Tornò anche da Laura, desinando colà, allorchè Fontan pranzava fuori; vi si spassava colle storie degli amori e delle gelosie che appassionavano le clienti, senza far loro perdere, per questo, l’appetito. Però, ella non ci s’imbrancava per anco, come diceva lei.

La grossa Laura, colla sua tenerezza materna, l’invitava sovente a passare alcuni giorni alla sua villa d’Asnières, una casa di campagna, in cui vi erano camere per sette signore.

Ella ricusava, aveva paura.

Ma Satin, avendole giurato che 8’ ingannava, che dei signori di Parigi ci venivano e che ci sì divertiva all’altalena e alla botte, promise per più tardi, quando potrebbe assentarsi.

In quel momento, Nana assai angustiata, non era punto in sul: divertirsi. Le occorreva danaro. Quando la Tricon non aveva bisogno di lei, ciò che suocedeva +roppo spesso, la non © sapeva come darsi d’attorno. Allora, erano corse indiavolate per le vie di Parigi, in compagnia di Satin, in quel vizio da triviò che va errando lango Î vicoli fangosi, sotto la luce torbida del gas.