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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/254

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Nana ritornò nelle bettole di sobborgo, ove aveva fatto saltare le sue prime gonnelle sudicie; rivide gli antri bui dei boulevards esterni, i paracarri contro i quali, a quindici anni, degli uomini l’abbracciavano, quando suo padre la cercava per fracassarle il deretano.

Lei e Satin correvano, visitavano i balli ed i caffè d’un quartiere, salivano su per le scale umide, insozzate di sputi e di birra versata; ovvero camminavano piano, rifacendo la via, fermandosi ritte davanti ai portoni.

Satin, che aveva esordito al Quartier-Latin, vi condusse Nana, da Ballier e nelle birrarie del boulevard Saint-Michel, ma le vacanze giungevano, il quartiere era già troppo spopolato; ed esse rivenivano sempre ai grandi dowlevards. Bra ancor là che facevano miglior fortuna.

Dalle alture di Montmartre alla piattaforma dell’Osservatorio, trascorrevano in tal modo tutta la città,

Serate piovose in cui gli stivaletti si scalcagnavano, sere infoeate che incollavano i corsetti sulla pelle, lunghe fazioni, passeggiate interminabili, spintoni e querele, brutalità estreme d’una pratica, condotta in qualche losca stanzaccia da bordello, e che ridiscendeva gli scalini untuosi bestemmiando.

L’estate era sul finire, un’estate procellosa, dalle notti àr— denti, infocate. Satin e Nana partivano insieme dopo il pranzo, verso le nove. Sul marciapiede della via Nòtre Dame de Lorette, due file di donne rasentando le botteghe, le gonne rialzate, il naso volto a terra, si affrettavano verso i d0u/evards, in aria affannosa, senza un’occhiata alle vetrine. Era l’orda affamata del quartiere Breda che calava nel primo accendersi delle fiamme del gas.

Nana e Satin pigliavano sempre la via Lepelletier, sfilando lungo la chiesa. Poi, a cento metri dal caffè Riche, giunte sul campo di manovra, lasciavano ricadere lo strascico del loro vestito, rialzato fin allora accuratamente; e da quel momento, affrontando la polvere, spazzando i marciapedi e dondolando la vita, se n’andavano passo passo, rallentando ancor più l’aire quando attraversavano l’irradiazione di luce viva d’un gran caffè. Colà, rimpettite, ridendo forte, con occhiate gettate all’indietro sugli uomini che si rivolgevano, esse erano nel loro elemento.