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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/257

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gambe rotte, viso scialbo. Lei, finse di soffiarsi il naso. Poi, di su, avendo trovato Satin nel lezzo della camera non rigovernata da otto giorni, il letto fetido, dei vasi qua e 1à per terra, stupì che costei conoscesse il marchese. Ah! sì, lo conosceva, li aveva anzi seccati abbastanza, leî e il suo pasticciere, quande erano insieme! A desso, ritornava di quafido in

quando; ma ei l’ammazzava di disgusto, anziasàva nei’ posti più sconci, perfino nelle sue pantofole.

— Sì, cara mia, nelle mie pantofole... Oh! un vecchio porcone! vuol sempre di quelle cose...

Quel che inquietava sopratutto Nana, era la franchezza di quelle orgie triviali. Si ricordava del tempo in cui, posta in altra posizione, ella si faceva-un gioto del piacere, inentre vedeva intorno a sè delle creature lasciarvi la pelle ad una ad una un po’ tutti i giorni.

Inoltre, Satin, le metteva tia gian paura della polizia; la ne sapeva tante dei, su “quella argomento. la si lasciasse în pace; a due riprese ei c.. Lava dall’esser messa alla patente; ed ora essa trèniava, perchè era affar finito per lei, se la era colta di nuovo.

Bisognava sentirla. Gliagenti, per avere delle gratificazioni arrestavano quanto più donne potevano; dggiartavano tutto; vi facevano tacere con una ceffata se si gridava, certi d’essere sostenuti e ricompensati, anche quando avevano preso nel fascio qualche onesta ragazza.

D’estate, in dodici o quindici, facevano delle razzie sul boulevarà, accerchiavano un marciapiede, e ti pescavano fino a trenta donne in una serata.

Senonchè Satin, conosceva i luoghi; appena vedeva spuntare il naso degli agenti, la dava a gambe, in mezzo allo sbandarsi trafelato dei lunghi strascichi fuggenti attraverso la folla.

Era uno spavento della legge, un terrore della prefettura, così grande, che certune restavano paralizzate sulla porta dei caffè, in quel colpo di man bassa che spazzava il viale. © - Ma’Satin paventava ancor più le denuncie: il suo pasticciere s’era mostrato tanto bestione da minacciarla di venderla,