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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/258

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quand’essa l’aveva piantato; sicuro; alcuni vivevano con questo.

sistema sulle loro ganze, senza contare delle donnaccie che vi davano in mano alla polizia per tradimento, se si era più belle di loro.

Nana ascoltava queste cose, prese da terrori ini

Ella aveva sempre tremato davanti la legge, questa potenza.

occulta, questa vendetta degli uomini che potevano sopprimerla, senza che alcuno al mondo la difendesse.

San Lazzaro le appariva come una fossa, una buca nera, in cui si seppellivano le donne vive, dopo aver loro tagliato i capelli.

Essa, invero, diceva a sè stessa che le basterebbe di piantare Fontan per trovare dei protettori. Satin aveva un bel parlare di certe liste di donne, accompagnate da fotografie, che gli agenti dovevano consultare, con divieto di non toccare giammai quelle che vi erano inscritte, ella ne conservava nondimeno uno sgomento, un tremito, la si vedeva sempre spinta, trascinata, gettata l’indomani alla visita; e quel seggiolone della visita la riempiva d’angoscia e di vergogna, lei che aveve slanciato le venti volte la sua camicia al disopra i capelli.

Appunto verso la fine di settembre, una sera che essa passeggiava con Satin sul boulevard Poissoniere, questa d’un tratto si mise a correre di galoppo. E, mentre Nana la interrogava:

— I poliziotti, le susurrò, via, via!

E fu, nel mezzo della calca, una corsa sfrenata. Dello gonne fuggivano, si laceravano. Vi ebbero busse e grida. Una donna cadde. La folla guardava ridendo l’aggressione brutale degli agenti, i quali rapidamente, ristringevano la loro retata.

Frattanto, Nana aveva perduto Satin;le gambe morte, ella stava per essere senz’altro arrestata, allorchè un uomo, avendola preso sottobraccio, la trasse via in barba agli agenti faribondi.

Era Prullière che l’aveva riconosciuta. Senza fiatare, svoltò con lui in via Rougemont, allora deserta, ove essa potè respirare, ma così rifinita di forze, ch’ei dovette sorreggerla. La non pensava tampoco a ringraziarlo.