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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/259

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— Suvvia, diss’egli alla fine, bisogna che tu ti ripigli.... Vieni su, in casa mia.

Abitava lì accanto, via Bergèro. Ma lei si rizzò in sul subito.

— No, non voglio.

Allora, ei divenne villano, soggiungendo:

— Poichè ci fai passar tutti... Eh! perchè non vuoi?

— Perchè no.

Questo diceva tutto, nel suo pensiero. Essa amava troppo Fontan per tradirlo con un amico. Gli altri non cantavano, dal momento che non c’era il piacere, ed era per necessità.

In faccia a questa stupida ostinazione, Prullière commise una viltà da bell’uomo ferito nel suo amor proprio.

— Ebbene! come ti garba, dichiarò lui. Solamente, io non vado dalla parte ove vai tu, cara mia... Pensa a trarti d’impiccio da te sola.

E l’abbandonò.

Lo spavento la riprese, fece un giro lunghissimo per ritornare a Montmartre, correndo rapida lungo le botteghe, impallidendo appena un uomo le si avvicinasse.

Fa all’ indomani, nello scotimento dei suoi terrori passati che Nana, andando da sua zia, si trovò muso a muso con Labordette, in capo ad una vinzza solitaria delle Batignolles.

L’uno e l’altra in sulle prime, sembravano impacciati. Lui sempre servizievole, andava per affari che non si curava di palesare. Però si riebbe il primo dall’imbarazzo, e die’ in esclamazioni sul fortunato incontro.

Invero, ognuno era ancora stupefatto dell’ eclissi Male di Nana; la reclamavano tutti gli antichi amici, che si consumavano in quella sua lunga assenza. E, fattosi paterno, le fece un predicozzo.

— Tra noi, cara mia, schiettamente, convieni che la cosa diventa stupida!.. si capisce una cotta, un capriccio. Ma venirne al punto di farsi rodere le coste, e non buscarsi che dei ceffoni!,.. Concorri dunque a qualche premio di virtù?

Essa l’ascoltava con aria impacciata.

Pero, quand’ ei le parlò di Rosa che trionfava per la con quista del conte Muffat, un baleno passò ne’ suoi occhi, e mormorò:.

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