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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/273

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approvava col capo. La era finita; lo piantava, tanto più che Steiner il giorno innanzi le aveva offerto -di lanciarla. Ciarissa restò colpita; il banchiere non aveva più il becco d’un quattrino; ma Prullière si mise a ridere, ricordò il tiro fatto da quel dannato d’ebreo, quando s’ era mostrato dappertutto: con Rosa, allo scopo di far riuscir la sua speculazione sulle Saline delle lande. Ora stava combinando una nuova intrapresa, un 2unnel sotto il Bosforo: Simona ascoltava col massimo interesse.

In quanto a Clarissa, da otto giorni era furente. Quell’animale di La Faloise, ch’ essa aveva gettato nelle venerabili braccia di Gaga, non istava egli per fare una cospicua eredità da uno zio ricchissimo! Toccavano sempre a lei di questa disdette; sempre essa aveva dovuto rasciugare la calcina fresca! Eppoi, quella bestia di Bordenave le dava anche stavolta una sugna, uria parte di cinquanta righe, come sella non avesse potuto fare da Geraldina. La vagheggiava quella parte, aveva tutta la speranza che Nana ricuserebbe.

— 0 che! ed io? disse Prallière molto risentito, non ho nemmeno dugento righe. Voleva restituire la parte... È una porcheria farmi rappresentare quel Saint-Firmin, una vera comparsa. E che stile, ragazzi miei! Sarà un fiascone vedrete!

In quella Simona che discorreva con papà Barillot, tornò anelante, dicendo:

— A proposito di Nana, ella è in teatro.

"— Dove? chiese vivamente Clarissa, alzandosi per vedere. La nuova si diffuse tosto: tutti allungarono la testa. La prova fa, per un momento, quasi interrotta.

Ma Bordenave uscì dalla sua immobilità, gridando:

— Che cosa succede? Che mosca vi punge? Finite dunque l’atto.... E silenzio laggiù! la è una cosa insoffribile!

Nel palco, Nana seguiva attentamente la produzione.

Due volte Labordette aveva voluto parlare: ma lei, impa sa gli aveva dato una gomitata per farlo tacere.

Il secondo atto terminava, quando due ombre comparvero

in fondo al teatro. Mentre scendevano in punta di piedi, evi tando di far rumore, Nana riconobbe Mignon ed il conte

Mauffat, i quali vennero silenziosamente a salutar Bordenave.