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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/276

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da Rosa, disoccupato, per ozio, pensando che forse soffriva soltanto del mutamento delle sue abitudini.

Del resto, nello stordimento in cui viveva, volle ignorar ogni cosa, proibendosi di rintracciare Nana, cansando ogni spigazione con la contessa. Gli sembrava dover quest’ oblìo alla sua dignità. Ma un sordo lavorìo si faceva nel suo se» greto, e Nana riprendeva possesso di lui, per le rimembranze, per le vigliaccherie della sua carne, per mille sentimenti nuovi, esclusivi, teneri, quasi paterni... L’abbominevole scena si cancellava dalla sua memoria: non vedeva più Fontan, non udiva più Nana scacciarlo, buttandogli in faccia l’adulterio della moglie. Quelle erano parole che volavano via, mentre gli restava nel cuore una fitta tormentosa, di cui la dolcezza gli serrava il cuore sempre più, fino a torgli il respiro. Gli passavano pel capo delle fanciullagini, incolpava sè stesso, immaginandosi che lei non l’avrebbe tradito s’egli l’ avesse veramente amata. La sua -angoscia gli si fece intorrabile, fa infelicissimo. Gli era come il bruciore di una ferita antica, Non più il desiderio cieco ed immediato, che s’adatta ad ogni cosa, ma una passione gelosa di questa donna, un bisogno di lei sola, de’ suoi capegli, della sua bocca, del suo corpo, che lo assediava. Un brivido gli correva per le membra, quando ricordava la sua voce; la desiderava con delle esigenze da avaro e delle delicatezze infinite. E quell’amore l’avevo così dolorosamente invaso, che alla prima parola che. Labordette gliene disse, quando cominciò a trattar la riconciliazione, egli si era gettato nelle sue braccia, per un impulso irresistibile che ripianse poi, vergognoso di così ridicolo abbandono in un vomo del suo rango.

Ma Labordette era discreto; diò una prova del suo tatto, abbandonando il conte sulla scala con queste semplici parole buttate là leggermente:

— Al secondo piano, il corritoio a destra: la porta è appena socchiusa.

Muffat era solo, nel silenzio di quell’angolo di casa, Nel passar davanti al ridotto degli artisti aveva veduto, dalle porte aperte, il disordine di quell’ ampia sala, che alla luce del sole arrossiva di macchie e di mobiglie logore.