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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/294

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gliatoio ed alla sua camera da letto. Faceva meravigliare fin l’architetto per le idee che gli suggeriva, nata d’un colpo alle taffinatezze del lusso, come una figlia del lastrico di Parigi avente d’istinto e per intuizione tutto le eleganze.

Nel cortile, un tappeto copriva la scalinata che metteva sotto la veranda, all’atrio, dove fra pesanti addobbi si regpirava un’aria tepida ed un odore indistinto di violetta.

Un’ invetriata a cristalli gialli e rosa, color biondo pallido di carne, dava luce alla larga scala, ai piedi della quale, un negro di legno reggeva un vassoio d’argento pieno di biglietti di visita: quattro donne di marmo bianco, nudo il seno, sostenevano dei candelabri: dei bronzi, delle giardiniere chinesi piene di fiori, i sedili coperti d’ antichi tappeti della Persia, dei seggioloni con arazzi ammobiliavano l’atrio, ornavano i pianerottoli e l’ antisala del primo piano, dove giacevano sempre qua e là dei pastrani e dei cap pelli da uomo.

Le stoffe ed i tappeti soffocavano ogni suono, c’era là entro una tal quiete che sembrava d’entrar in ana cappella, attraversata da divoto fremito, di cui il silenzio, diebro le porte

» chiuse, custodiva un mistero. 0’E

Nana non apriva l’ampia sala (stilo Luigi IVI troppo ricco), fuorchè nelle sere di gala, in cui riceveva la” società delle Tuileries o altri dignitarii forestieri. APP,

Di solito, non scendeva che ail’ ora dei pasti, trovandosi un po’ perdata quando mangiava sola nella sala da pranzo, altissima tappezzata di Gobelins, con una credenza monumentale fatta gaia e smagliante dalle vecchie terraglio e dalle meravigliose argenterie antiche. Risaliva sabito, viveva al primo piano, nelle sue stanze predilette, la camera da letto, il gabinetto ed il salottino.

Due volte già, aveva rifatta la camera da etti; una volta in raso lilla, la seconda in seta azzurra coperta di trine, e non era contenta e sognava di cambiar ancora.

Sul letto trapuntato, basso come urì canapò, c’ erano trine del valore di ventimila lire; i mobili, le seggiole erano bian» chi ed azzurri a filetti d’argento; sul tappeto moltissime pelli d’orso bianco che lo coprivan quasi interamente. Era questo un raffinato capriccio di Nana, la quale non aveva