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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/297

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- Fua»:Siabilito che il conte verrebbe adora fissa, che Nuna inrteoverebbe gli amici ogni giorno, che egli avrebberfedenciéca - sm lei. Quando stava quando era afferrato da qualche dubbio Y61060,:10982 rassimeva min “contegno dignitoso, mitracciamfogli -«(li restitairgli iogmi cosa, o-gli chiudeva la bodea, igiurando sulla testa «dii Gigriaro. Ciò ddovera bustargli: non c’etaamore là dove non c’ era stima. In capo ad un mese Muffat la ri; spettava. Ma essa rvolle etl otberme arrche di più: ben ipresto “ella prese sul di lui animo una granite:inftuensa. Quasdo giongeva imbrineiato, to:svagava: poi lo ednsigliava dopo averlo confessato. Poco a poco si occupò dei suoi erueci di famiglia, «di sua - -ismoglie, di iEstella, dei suod interessi e dei ’suni affebti.,, fno- Strandosi \assenata, giusta, ragionevole, piera fi riguardi. Una sol volta,:iquando elgli le seonfilò che Daghuenet-stava «senza dubbio per chiedergli in moglie Estella, Nuna si ’tasciò trasportare dalla passione. Dacchò il conte si comprametteva con Nana, Dughuenet saveva creduto bene di rompere ogni relazione con lei, di trattarla da sgualdrina, giurando di strappare il’suo faturo ssuocero «dalle sanghie di una isimile creatura, Quindi, essa furente, tagliò i pamni addesso \al’suo antico Mimi, To disse no scapestrato che si era mangiato tutto il Smwo cen delle “«donnacoie, an womo privo di senso mortal, che seppur non

  • 81 faceva dare del denaro, prafittava dei:denari altrui, pagando solo di quando in quando un mazzo di fiori od luna

cena; e siccome il conte le pareva disposto a scusar tali debolezze, essa gli rivelò crudamente, con ributtarmti dettagli, che Daghuenei era stato suo amante. Muffat 8’ era fatto pallidissitzo; non si parlò più del giovane. Imparerebbe a:mancar di gratitudine. 1: Tattawia, il palazzo mon era interamente iammobipliato, quando Nana, una sera in osi aveva fatto i più caldi giera menti di fede a Maffat, trattenne seco il tunte Zardrio di Vandeurres, ilquale da una quindicina di giorni te facbva ufia corte assidua di fiori e di visite. Gli cedette mon per tapric-