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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/310

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farsi in due malgrado il suo buon volere. Di essere amabile con tutti.

Infine, fu Nana che la vinse, tanto colmo: Satin di bue rezze e di doni; e, per vendicarsi, madama Robett scrisse agli amanti della sua tuale, delle lettere anonime E0bGRI nevoli. 3

Da qualche tempo, il conte Muffat sembrava: érucciato: Una mattina, commosso oltremodo, pose sotto gli occhi di Nana una lettera anonima, ove costei, dalle prime righe, lesse che la si accusava d’ingannare il conte con Vandeuvres e i fratelli Hugon.

— È falso! è falso! gridò lei energicamente, coll’ acconto di una straerdinaria franchezza.

— Lo giuri? chiese Muffat, già sollevato.

— Oh! su quel che vorrai... To! sulla testa di mio figlio!

Ma la lettera era lunga. In seguito i suoi rapporti con Satin vi erano raccontati in termini di una ignobile crudezza. Quando ebbe finito, essa ebbe un sorriso. © — Adesso so -da dove viene la cosa; disse semplicemente,

E, siccome Muffat voleva una smentita, lei riprese tranquillamente: >

— Ciò, caro mio, non è cosa che ti riguarda... Che cosa può mai farti questo?

Essa non negava. Lui ebbe parole ributtanti. Allora, fece spalluccie. Da dove veniva? Questo sì faceva daperintto, e nominò le sue amichè, e giurò che le si&nore della buona società se n’immischiavano pure. Infine, a sentirla, non v’era nulla di più comune, nè di più naturale. Quel che non era vero, non era vero; così un momento prima, egli aveva visto come sì sdegnava, a proposito di Vandeuvres e dei fratelli Hugon. Oh, per questo, avrebbe avuto ragione di strangolarla. Ma a che pro’ doveva rhentirgli su una cosa senza conseguenza? È ripeteva la sua frase:

— Che cosa te ne importa, sentiatno 2 sla

Poi, la scena continuando, ellatagliò corto con voce aspra,

— D’altronde, mio caro; se ciò non ti conviene, la è ben semplice.. le porte. S$0n0 aperte. Ecco! bisogna pigliarmi come sono i