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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/314

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frac, ella stessa portava una veste di raso bianco ricamata, mentre Satin, più modesta, in seta nera, aveva semplicemente al collo un cuor d’oro, un regalo della sua buona amica. E, dietro i convitati, Giuliano e Francesco servivano, aiutati da Zoò, tutti e tre dignitosissimi.

— Sicuro che mi divertiva di più, quando non aveva un soldo, ripeteva Nana.

Essa aveva collocgto Mauffat alla sua destra, e Vandeuvres alla sua sinistra, ma non li guardava punto, occupata unicamente di Satin, che torreggiava in faccia a lei, fra Giorgio e Filippo.

— Non è vero, carina? diceva ad ogni frase. Ne abbiamo noi fatte delle allegre risate, a quell’epoca, allorchè si andava alla pensione di mamma Josse, in via Polonceau!

-Si serviva l’arrosto. Le due donne si slanciarono nei loro ricordi. Erano come invase da crisi ciarliere; avevano un impetuoso bisogno di rimestare quel fango della loro giovinezza; ed era sempre quando c’erano là degli uomini, come se cedessero a una stizza rabbiosa d’impor loro il mondezzaio ove esse erano cresciute.

Quei signori impallidivano $ con degli sguardi impacciati. I fratelli Hugon si provavano a sorridere, mentre Vandeuvres si arricciava nervosamente 19 mustacchi, e Muffat raddoppiava di gravità.

— Ti ricordi di Vittorio? disse Nana. Quello era un ragazzo vizioso! trascinava semprè le ragazzette giù nelle

tantine! _ Perfettamente, rispose Satin. Mi ricordo benissimo il gran cortile di casa tua. Cera una portinsia, con una granata...

— Mamma Bosc; la è morta.

— E vedo ancora la vostra bottega... Tua madre era una grassoccia. Una sera che noi giocavamo, buo padre è rientrato briaco, ma briaco fradicio!

A quel momento, Vandeuvres tentò una diversione, gettandosi attraverso le riminiscenze delle signore.

—— Dite un po’, mia cara, riprenderei Yolontieri dei tartuffi... Sono squisiti. Ne ho mangiato ieri dal duca di Carbreuso, che non valevano i vostri, sicuramente.