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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/315

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>= Giuliano, i tartuffi! disse Nana ruvidamaente..

Poi, riprendendo:

— AL! caspita! papà non era SEO ragionevole... E perciò. che capitombolo! Se tu avessi veduto, un tonf1, una rovina!.., Io posso dire di averne sopportato di tutti i colori, ed è on miracolo se non ci ho lasciato la pelle, come papà e mamma.

Questa volta, Muffat, che giocava con un dO Lea) snervato si permise d’ intervenire.

— Non è punto gaio, ciò che raccontate.

— Eh? eh? non è gaio! gridò lei fulminandolo con uno sguardo. Lo credo bene che non è gaio!., Bisognava portarci del pane, caro mio... Oh! io, sapete, sono una buona figliola, dico le cose come stanno. Mamma era lavandaia, papà s’nbbriacava, e ne è morto. Ecco! se ciò non vi conviene, se avete vergogna della mia famiglia...

Tutti protestarono. Che andava mai a cercare ora to si rispettava la sua famiglia, Ma lei continuava:

— Se vi vergognata della mia famiglia, ebbene! lasciatemi, perchè io non sono una di quelle donne che rinnegano il loro padre e la loro madre... bisogna prendermi con loro, capite!

Kd essi la prendevano, accettavano il papà, la mamma, il passato, quel che vorrebbe. Gli occhi abbassati sulla tavola, tutti quattro oramai si facevano piccini mentr’essa li teneva sotto le sue vecchie ciabatte fangose della via delle Gocciad’Oro, coll’ impetuoso trasporto della sna onnipotenza.

E non disarmava ancora: si avrebbe un bel recarle delle sostanze, fabbricarle dei palazzi, rimpiangerebbe sempre l’epoca in cui rosicchiava delle mele. Una panzana, quello stupido di denaro! era fatto pei--mercanti! Poi, l’accesso sì terminò in un desiderio sentimentale di una vita semplice, alla buona, col cuore in- mano, in mezzo ad un’universale benevolenza.

Ma, in quel Duno, scorse Gioliano che aspettava a ian pendenti i — Ebbene! che c’è? servite lo Sciampagna, disse lei. Che

cosa avete da star a guardarmi come un allocco?

Durante Lai scena, i domestici non avevano avuto l’ombra