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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/324

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di una lanterna, che.veniva dalla parle di Lavallois, onde ggiando in mezzo alle gore del viale.

Era una vecchia cenciaimola che frugava nelle pozzanghere.

Satin la ravvisò:

_— T6! la regina Pomarè col suo scialle di vimini!

E mentre una raffica le soffiava in faccia un umido pulviscolo, narrò alla diletta la storia della regina Pomarà,

Altre volte era una stupenda ragazza della cui DIRO Rezza, tutta Parigi parlava.

Aveva una sfrontatezza, un chic incredibile: menava gli uomini pel naso: degli alti personaggi piangevano al suo uscio.

Ora la s ubbriacava; lo © vicino si divertivano a farle bere dell’essenzio, poi quando faceva delle tombole sul lastrico i monelli l’inseguivano a sassate. Insomma l’era una regina detronizzata, aveva fatto un tremendo capitombolo.

Nana, agghiacciata dal ribrezzo ascoltava. —— Aspetta, vedrai! soggiunse Satin.

Zufolò come un uomo. La cenciaiuola, che era sotto alla finestra, alzò la tosia FIORIcOa nella luce rossastra della lanterna.

In mezzo ad un sacco di c cenci, sotto un fazzoletto in brandelli si vedeva una faccia illividita, segnata di cicatrici, dove spiccavan l’immondo buco d’una bocca senza denti e gli in fiammati cerchi delle occhiaie.

Nana, davanti a quella lurida deovpliadina! di meretri ce caduta nel fango e nella ubbriachezza, fu assalita da una rimembranza; vide sorgere in fondo alle tenebre la visione di Charmont, vide Irma d’Anglars, quell’antica cortigiana, carica d’anni e d’onori, che saliva la scalinata del lit in mezzo ai suoi terrazzani genufiessi.

Allora, siccome Satin zufolava ancora, ridendo della vecchia che non la vedeva, le disse con voce alterata:

_ Finiscila dunque, le guardie tornano, Andiamo dentro, tesorino.

“Infatti i i, passi dini sì riaccostavano i

- Le donne chiusero la finestra, e Nana voltandosi intiriz-