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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/326

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quando fra due nubi, tutto scintillava all’ improvviso, la prateria piena d’una baraonda di cocchi, di cavalli e di gente, l’arena ancora vuota, il casotto del giuri, Ja meta, poi rimpetto, in mezzo al recinto della pesa, le gallerie di 9809, e di mattoni delle cinque tribune simmetriche.

AI di là, l’ampia pianura s’abbassava, spariva sommersa nella luce del meriggio, fiancheggiata di alberetti, chiusa all’ovest delle colline boscose di Saint-Cloud e di Suresne, sovra cui torreggiava la severa piramide del Monte Valerino.

Nana, smaniosa come se le corse avessero avuto a decidere del suo avvenire, s’era posta accanto alla balaustrata; proprio vicino al segnale d’arrivo.

Era venuta per tempo, una delle prime, nel suo landò guer-" nito d’argento, tirato da quattro stupendi cavalli DIANA, dono del conte Muffat.

Quando era apparsa sul limitare della prateria con due po stiglioni galoppanti sui cavalli di sinistra e due servi, im mobili dietro alla carrozza, la folla aveva fatto ressa sul suo passaggio come all’apparir d’una regina.

Essa portavai colori delle scuderie di Vandeuvres, il Dianao e l’azzurro; il suo abbigliamento stravagante faceva chiasso: indossava un bustino di seta cerulea ed una tunica uguale, aderente alle forme, rialzata ed arricciata dietro le reni in modo da disegnar sfacciatamente le gambe: la veste e le maniche erano di raso bianco, portava a tracolla una sciarpa pure bianca, ornata da trine d’argento, che scintillavan al sole. Oltre a ciò per somigliar di più ad un Jockey, aveva messo una specie di focco a grandi piume, sui capelli, i quali le ricadevano in ciocche in mezzo alla schiena, simili ad un’immensa coda di peli falvi.

Suonavano le undici e mezza. Bisognava aspettar ancora.

quasi quattro ore prima della corsa del Gran Premio. Quando il landò fu vicino alla barriera, Nana si mise ad agio come a casa sua, allungandosi in un angolo della carrozza,

Aveva avato il capriccio di condurre Bijou e Gigino.

Il cagnolino, nascosto nelle sue gonne, tremava nonostante il caldo, mentre il bimbo, vestito con sfarzo principesco, mostrava in merletti um povero visuscio scialb».