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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/342

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— Ecco, cara, mormorò. Sta in guardia. Non far più arrabbiar Resa... Capisci, preferisco avvertirtene. Essa ha un’arma contro di te, e siccome non t’ha mai perdonato l’affare della Duchessina....

— Un’arma, disse Nana, che me ne importa?

— Dìà retta: è una lettera Ch’essa ha trovato, probabilmente nelle tasche di Fauchery, una lettera scritta a quella bestia di Fauchery, dalla contessa Muffat. E capperi! la cosa vi appar chiara, a lettere di scattola.. Rosa vuol mandar quel foglio al conte, per vendicarsi di lui e di te.

— Che me ne importa? ripetè Nana. Oh bella! Esiste una tresca tra la Muffat e Fauchery? Tanto meglio! la contessa mi dava sui nervi. Rideremo.

— Ma no, ma no, non voglio, replicò Mignon con vivacità. Un bello scandalo! Eppoi, non abbiamo nulla da guadagnarci.

S’ interruppe, temendo di dirne troppo. Lei sclamò che per certo, non voleva salvare una donna onesta. Ma siccome egli insisteva, lo guardò fisso. Qual poteva essere il suo movente? Senza dubbio aveva paàura che Fauchery, se rompeva con la contessa, tornasse a provvedersi a casa sua: forse era appunto ciò che Rosa voleva, poichè, pur vendicandosi, aveva serbato gran tenerezza pel giornalista.

Nana si fece pensosa, e riflettendo alle visite del signor Venot, cominciò a formar un progetto, mentre Mignon procurava di persuaderla.

— Poniamo che Rosa mandi la lettera, non è vero? Vi sarà un chiasso del diavolo. Tu ci entri: si dirà che sei la colpa di tutto... Il conte si dividerà dalla aio

_— Perchè, fece ella, anzi..

Alla sua volta s’ interruppe, pensando che non aveva bisogno di parlar ad alta voce. Finalmente finse, per liberarsi di lui, di accettar la sua opinione, e siccome egli le consigliava di far un atto di cortesia verso Rosa, per esempio, una visitina lì sul luogo delle corse, davanti a tutti, rispose che vedrebbe, che rifletterebbe.

Un subitaneo agitarsi della folla la riscosse. Dei cavalli giungevano nell’arena, con rapidità di turbine. Era il premio,