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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/345

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essa lo pregava, con fir asciutto, d’aver creanza, le chiese Scusa.

Da qualche tempo egli aveva di quei repentini cambiamenti d’umore.

Tutta la società elegante e galante di Parigi sapeva ch’egli giuocava in quel giorno la sua ultima carta. Se i suoi cavalli non guadagnavano, sé gli portavano via le enormi sornniò che aveva scommesso su di loro, la sua rovina era assoluta, irreparabile: le apparenze che sapeva serbare mentre la sua fortuna era per così dirò secrétamerite distratta dai debiti 6 dal disordine, sarebbero svanite; l’ed’fizio del sno credito, sarebbe crollato improvvisamente. E la società sapeva, del pari, che Nana era la divoratricé d’uomini, che aveva corìsumata quella rovina, che venuta per ultima sd aggredir quella fortuna già scossa sulla base, he aveva mandato a male l’avanzo, con la smania d’ina femminàccia senza famò, le cui dita perverse sciupano e distruggono tutto quello che toccato.

Si narravano storie di capricci pazzi, d’oro seminato al vento, una gita a Baden dove Nana non aveva lasciato al conte nemmeno il danaro necessario pet pagar 1’ albergo; un pugno di diamanti, buttati sopra un braciere, in inà notte d’ubbriachezza, per veder se ardevano come carbone.

A poco a poco, con le sue forme robuste, il suo rider biricchino da ragazza dei sobborghi, Nara aveva soggiogato quell’ultimo rampollo, délicato ed impoverito, d’una vecchia razza.

Essa lo dominava, lo rovinava. Pet lei, ormai arrischiàva. tutto, tutt’ invaso da quella sua passione per la sciocchezza e la tarpitudine, che aveva perduta persino la forza prestatagli fu allora dallo scetticismo.

Otto giorni prima Nana l’aveva indotto a prometterle formalmente un castello sulla spiaggia di Normandia, tra Havre e Trouville, ed egli non pensava che al modo di tenerle parola, soltanto, in quell’ultimo minuto, essa gl’ irritava i nervi, gli appariva tanto atapida, che sentiva la tentazione di percuoterla.

Il custode intanto, li aveva lasciati entrar nel recinto della pesa, non avendovil coraggio di fermar quella donna a braccio del conte.