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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/369

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Steiner, La Faloise, Filippo ed altri erano venuti senza sospettar lo strano caso.

Alle prime parole davano in esclamazioni: Impossibile! doveva essere uno scherzo. Poi si facevano serii: guardavano la porta della camera, crollando il capo con far d’ inquietudine, come se trovassero la cosa grave.

Fin verso mezzanotte parecchi uomini, forse una dozzina, tutti amici, eran rimasti a ciarlar davanti al caminetto, tutti afferrati dall’idea di una possibile paternità, scambiando occhiate dubbiose.

Pareva si scusassero tra di loro con un far confuso da gente goffa.

Poi si stringevano nelle spalle; alla fin fine, era lei, la cosa non li risguardava: chi mai si sarebbe aspettato una simile burla da Nana? E se ne erano andati ad uno ad uno camminando in punta de’ piedi, come in una camera morta aria dove non è lecito di ridere.

— Salite ad ogni modo, signore, disse Zoè a Muffat, la signora sta molto meglio: vi riceverà... Aspettiamo il dottore, che ha promesso di tornare questa mattina.

La cameriera aveva indotto Giorgio a tornar a casa per la notte. 1

In sala non c’era che Satin, la quale, stesa sopra un canapò, fumava una spagnoletta, con gli occhi al soffitto.

Dopo il triste caso, essa, in mezzo allo sbigottimento degli abitanti del palazzo, mostrava un freddo sdegno, stringendosi nelle spalle, masticando parole feroci.

Mentre Zoè le passava davanti ripetendo al conte che la povera signora aveva sofferto assai, uscì fuori a dire laconicamente:

— Le sta bene! così imparerà!

I due si volsero stupiti.

Satin non sì era mossa, tenendo sempre gli occhi fissi sul soffitto e lo zigaro nervosamente stretto tra le labbra.

— Benone! Siete buona, voi! disse Zoè.

Ma Satin, rizzandosi, guardò il conte con rabbia, ripetendogli in faccia la sua frase:

— Le sta bene! così imparerà