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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/372

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Essa fe’ un atto di disapprovazione.

— E tua moglie?

— Farò causa, ho una prova.

— Non è una bella trovata, caro, anzi è stupida. Non ti "permetterò mai d’agir così.

E si diè a dimostrargli, ponderatamente, con la.sua voce debole, che un duello ed un processo avrebbero provocato inutili scandali, che per otto giorni egli sarebbe stato -la favola dei giornali; che arrischierebbe tutta la sua vita, la sua. — tranquillità, il suo alto uffizio a Corte, l’onore del suo nome e perchè? per farsi burlare.

— Che importa! gridò lui, sarò vendicato.

— Caro mio, disse ella ricisamente, in quel genere d’affari o vendicarsi subito o non vendicarsi mai.

Egli si fermò, balbettando.

Per certo, non era vile, ma sentiva ch’essa diceva bene; un interno malessere cominciava ad opprimerlo, a frenarlo nel primo slancio della collera; si sentiva rimpieciolito e vergognoso.

Nana d’altronde gli portò un nuovo colpo, dicendogli con risoluta schiettezza.

— — Vuoi sapere, caro, quale è la cosa che ti secca di più?

Gli è che tu stesso tradisci la moglie. Non dormi fuori per infilar perle, eh! Tua moglie deve sospettar la verità. Ed in questo caso qual rimprovero puoi farle? Essa ti risponderà che le hai dato l’esempio, il che ti chiuderà il becco... Ecco, caro, perchè sei qui a pestar i piedi, invece d’esser laggiù ad ammazzarli tutti e due.

Muffat s’era abbandonato sopra una seggiola, oppresso da quelle brutali parole che gli sembravano il grido stesso della sua coscienza.

Essa tacque, riprendendo fiato, poi a mezza voce:

— Oh! sono affranta.... Aiutami a rialzarmi un pochino. Scivolo sempre, ho la testa troppo bassa.

Quando egli la ebbe aiutata, essa sospirò, trovandosi più ad agio. E tornò a parlare del processo che sarebbe un bel spettacolo. L’avvocato della contessa (non gli pareva d’udirlo?) divertirebbe tutta Parigi, parlando di Nana, evocan-