Vai al contenuto

Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/373

Da Wikisource.

spettacolo. L’avvocato della contessa (non gli pareva d’udirlo?) divertirebbe tutta Parigi, parlando di Nana, evocandone tutta la vita, parlando del sue fiasco alle Varietà, del suo palazzo, delle sue abitudini. Ah no, non voleva che si strombazzasse così il suo nome. Forse qualche donnaccia avrebbe spinto Muffat allo scandalo per battergli la gran cassa sulla schiena; ma a lei, invece, premeva anzitutto la di lui felicità. Parlando così essa tornò ad attirarselo vicino, poi passandogli un braccio al collo gli fe’ poggiare la testa sul guanciale, e gli sussurrò piano:

— Senti, caro, devi riconciliarti con tua moglie.

Ma egli si ribellò. Mai! il cuore gli scoppiava: era tropp» obbrobrio.

Nana però insisteva teneramente.

— Ti riconcilierai con tua moglie. Te lo chiedo per te, per me, pel nostro amore. Tu non vorresti eh, che si venisse dicendo dappertutto che t’ho alienato dalla famiglia? Quelle dicerie mi farebbero una pessima riputazione; che cosa si penserebbe di me? È necessario, e me ne duole, veh: Ti riconcilierai con tua moglie, ma affatto sai? solo mi devi promettere di amarmi sempre, perchè altrimenti, andando con un’altra...

Le lagrime la soffocavano, egli l’ interruppe baciandola in volto, indi ripetè:

— Sei matta, cara, è impossibile.

— Sì, sì, riprese lei. Bisogna che sia così. Io mi adatterò. Infine dei conti, è tua moglie, non è come se tu mi tradissi con la prima venuta. Eppoi il dovere anzitutto, non ti pare? non v’è altro modo di ricondurre tua moglie alla costamatezza. Te ne prego, fammi questo piacere.

Finchè ebbe fiato, continuò a parlar in quel modo, dandogli i migliori consigli. Parlò perfino di Dio.

Al conte pareva d’ascoltare Venot, quando il vecchio gli faceva prediche per strapparlo al peccato.

Però, Nana non parlava di rottura: proponeva una transazione, voleva ch’egli si dividesse bonariamente tra la moglie e la mantenuta, menando una vita tranquilla, senza tormenti per alcuno, una specie di soave assopimento nelle inevitabili turpitudini dell’esistenza.

ZOLA — Nana. 24