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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/422

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Ella aveva preso una voce soave, lo canzonava con un vezzo feroce. Lui, commosso, arrossì rendendole i suoi baci. Allora, essa esclamò:

— Giuraddio! ho dunque indovinato? Ci ha pensato, lui, aspetta che sua moglie, crepi..., Orsù, sE è il colmo, è ancora il più briccone di tutti!

Muffat aveva accettato gli altri. Dima metteva la sua ultima dignità a restare il «padrone» per la servitù edi famigliari della casa, l’uomo che pagava di più, l’amante ufficiale. E la sua passione si faceva accanita. Durava pagando, comperando a caro prezzo perfino i sorrisi, derubato anzi, non ricevendo mai il dovutogli pel suo denaro; ma era come una malattia che lo rodeva, non poteva far a meno di non soffrire.

Atllorchè entrava nella camera di Nana, si accontentava di aprire un momento le finestre per scacciarne l’odore degli effluvi di bruni e di biondi, del famo di zigaro la cui -acredine lo soffocavo. Quella camera diventava un trivio, con un

continuo stropiccio di stivali sulla soglia; e non uno era arrestato da quella linea di sangue che sbarrava la porta. Zoè aveva conservato una preoccupazione, una semplice mania di ragazza pulita, stizzita di vederla sempre lì; i suoi occhi vi si portavano suo malgrado, non entrava più dalla signora senza dire:

— È strano, non se ne va.... Viene però abbastanza gente..

Nana, la quale riceveva migliori notizie di Giorgio, allora in convalescenza alle Fundette con sua madre, faceva ogni volta la stessa risposta: ì

— Ah! caspita, ci vuol del tempo... Si farà allude sotto ì piedi.

Infatti, ognuno di quei signori, Foucarmont, Steiner, La Faloise, Fauchery aveva portato via un po’ di quella macchia sotto le proprie suole e Muffat, preoccupato come Zoè da quel Segno sanguinoso, l’osservava suo malgrado per leggere nel suo cancellarsi sempre più in roseo, la quantità d’uomini che passava. Ne aveva una sorda paura, lo scavalcava sempre, con un brusco timore di calpestare qualche cosa di palpitante, un membro nudo steso a terra. —

Poscia, là, in quella camera, una vertigine lo inebbriava.