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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/424

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Ei si mostrava docile al punto di riprodurre il di lei accento,

— «... ed ecco! Coco se ne infischia!»

Oppure, essa faceva l’orso, mettendosi carponi sulle pellicie, in camicia, girandogli attorno con dei grugniti, come seavesse voluto divorarlo; e gli morsicava perfino i polpacci,. per ridere. Poi, rialzandosi:

— A te, fa un po’.... Scommetto che non sai far l’orso comelo faccio io.

Fin lì la cosa era ancor graziosa. Essa lo divertiva facendo: l’orso colla sua pelle bianca e la sua falva criniera. Egli ri-. deva, si metteva carponi anche lui, grugniva, le mordeva i polpacci, mentre essa scappava affettando smorfie di spavento.

— Siamo pur stupidi, eh? diceva lei alla fine. Non puoi. immaginarti quanto sei brutto, tesoro! Ah! perdinci! se ti vedessero alle Tuileries!

Ma quei giochetti si guastarono in breve. Non fu crudeltà. da parte sua, poichè restava pur sempre bonaria; fu comeun soffio di demenza che passò e si estese a poco a poco nella. camera chiusa. — Una lussuria li pervertiva, li gettava nell’esaltazione delirante della carne. Gli antichi terrori superstiziosi delle loro notti insonni, si volgevano ora ip una sete di bestialità, in: un furore di trascinarsi carponi, di grugnire, di mordere. «Poi, un giorno, mentre ei faceva l’orso, essa gli die’ una. spinta così forte, che egli urtò, cadendo, contro un mobile;. e lei scoppiò in un riso involontario, vedendogli un’’ammaccatura alla fronte. Da quel momento, stimolata dalla prova. fatta con la Faloise, essa lo trattò da bestia, sferzandolo, in-seguendolo a calci.

— Uh là! uh la!.... Tu sei il cavallo... uh! brutta rozza, vuoi correre o no?

Altre volte, ci faceva il cane. Lei gli gettava il suo fazzotetto profumato in fondo alla camera, e lui doveva correre a raccoglierlo coi denti, trascinandosi colle mani e colle ginocchia.

— Porta qui, Cesare!.... Aspetta, te la dò io, se fai il pigro!.... Benone, Cesare! obbediente! grazioso! Fa il bello, ora!

E lui si compiaceva della bassezza, gustava il piacere di essere un bruto, aspirava a degradarsi ancor più, gridava: