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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/429

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-Sione di ciambellano, davanti ai pudori rivoltati delle Tui“leries. Estella, sua figlia, gli intentava una causa, per una somma di sessantamila franchi, l’eredità di una zia che le si -competeva, dall’epoca del suo matrimonio.

Rovinato, vivendo ristrettamente cogli avanzi del suo cospicuo patrimonio, si lasciava a poco a poco mangiare dalla contessa i rimasugli sprezzati da Nana. Sabina, corrotta dalla promiscuità di quella femmina, spinta agli estremi, diventava il crollo finale, la muffa stessa del focolare. Dopo varie avventure, essa era ritornata, ed ei l’aveva ripresa, nella ras segnazione del cristiano perdono: essa lo accompagnava come la sua vergogna vivente.

Ma lui, sempre più indifferente, arrivava persino a non soffrire di tal cose.

Il cielo lo toglieva dalle mani della donna per rimetterlo nelle braccia stesse di Dio.

Era una continuazione religiosa delle voluttà dategli da Nana colle balbuzie, le preghiere, le disperazioni, le umiltà

di una creatura maledetta, schiacciata sotto il fango della sua origine. In fondo delle chiese, colle ginocchia agghiacciate

dal marmo dei pavimenti, ei ritrovava i suoi godimenti di una volta, gli spasimi de’ suoi muscoli e gli scotimenti deliziosi della sua intelligenza, in una stessa Rondi aaiole dei segreti bisogni del suo organismo.

La sera della separazione Mignon si presentò al viale di Villiers. Egli si abituava a Fauchery, finiva col trovare mille vantaggi nella presenza di un marito presso sua moglie; gli

abbandonava le piccole cure della famiglia, si rimetteva a lui per unta sorveglianza attiva, impiegava per le spese giornaliere della casa il denaro dei suoi successi drammatici; e siccome, d’altronde Fauchery mostravasi ragionevole, senza ridicola gelosia, corrivo, quanto Mignon stesso, sulle buone - occasioni trovate da Rosa, così i due uomini se la intendevano di bene in meglio, felici della lorò associazione fertile in gioie d’ogni genere, facendosi ciascuno la sua nicchia, uno «accanto all’altro, in una famiglia ove più nessuno era a di<sagio. Era cosa stabilita, e che andava a gonfie vele, gareg«giando entrambi per la comune felicità.