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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/440

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berretto e diouse bianca era apparsa, gettando questo grido,. sopra una cadenza di martelli che batton l’incudine:

— A Berlino! a Berlino! a Berlino!

E la folla guardava, i in una cupa diffidenza, già vinta però e agitata da immagini eroiche, come al passaggio d’una banda. militare.

— Sì, sì, andate a farvi rompere il collo! mormorò Mignon,. preso da un accesso di filosofia.

Ma Fontan trovava la cosa bellissima. Parlava d’’arruolarsi.. Quando il nemico era ai confini, ogni cittadino doveva sorgere per difendere la patria; e prendeva una posa da Bonaparte ad Austerlitz.

— —— Orsù, salite voi con noi? gli domandò Lucia.

— Al! no, diss’egli, per pigliarmi del male!

In faccia al Grand-Hotel, sopra una panca, un uomo nascondeva il volto nella pezzuola. Fauchery, giungendo, l’aveva. mostrato con un ammiccar d’occhi a Mignon. Era sempre là, dunque? Sì, era sempre là. E il giornalista trattenne le due donne, per mostrarglielo. Mentre egli alzava la testa, esse lo riconobbero, e si lasciarono sfuggire un’esclamazione. Era il conte Muffat che gettava in alto uno sguardo, ad una. delle finestre.

— Sapete che è lì fin da questa mattina? raccontò Mignon. L’ho visto alle sei, non s’è mai mosso.... Dalle prime parole di Labordeite, è venuto lì colla sua pezzuola sul viso.... Ad ogni mezz’ora si trascina fin quì, per chiedere se la persona che è lassù va meglio, e ritorna a sedersi.... Caspita! non è sana quella camera: si ha un bel amare la gente, ma non.sì ha voglia di crepare.

Il conte, cogli occhi alzati, non sembrava accorgersi di quanto succedeva intorno a sè. Ignorava senza dubbio la dichiarazione di guerra, non sentiva, non vedeva ia folla.

— To’! disse Faucherv, eccolo; ora vedrete.

Infatti, il conte aveva lasciato la panca ed entrava sotto l’alto portone. Ma il portiere, che ormai lo conosceva, non gli lasciò il tempo di fare la sua domanda. Disse in tono brusco:

— Signore, la è morta in questo istante.