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Pagina:Zola - Nana - Pavia - 1881.pdf/96

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biricchina! Restò meravigliato udendo che entrava già nei suoi diciannove anni. Gaga divenne a’ suoi occhi più imponente. E siccome cercava di sapere perchè non avesse condotto Lili:

— Oh! no, no mai! diss’ella in tono di disapprovazione.

Non sono tre mesi che ha voluto a tutti i costi uscir di collegio... Io mi pensava di maritarla subito... Ma la mi vuol tanto bene che ho dovuto riprenderla meco, ah! ben mio malgrado.

Le sue palpebre livide, dalle ciglia arse, tremolevano, mentre parlava del matrimonio di sua figlia. Se alla sua età non aveva messo un soldo da parte, lavorando sempre, trovando ancora uomini, in ispecie di giovincelli, di cui avrebbe potuto esser nonna, era proprio segno che valeva meglio un buon matrimonio. Si chinò verso La Faloise, che arrossì sotto il peso delle enorme spalla nuda, intonacata di biacca che lo schiacciava.

— Oh! sapete, mormorò; se poi ci casca anche lei, non sarà colpa mia.... S’è tanto singolari, quando s’è giovani.

Un gran movimento succedeva intorno alla tavola; i camerieri s’affrettavano. Dopo i principi venivano le portate: pollastre alla marescialla, filetti di sogliole con salsa ravigote e scaloppe di fegato grasso. Il maggiordomo, che aveva fatto versare fino allora del Meursault, offriva del Chambertin a del Léovillo. Nel leggiero frastuono del cambiamento di servizio, Giorgio, sempre più meravigliato, domandò a Daguenet se tutte quelle signore fossero così provviste di figli, e questi, divertito dalla interrogazione, gli die’ alcuni ragguagli.

Lucia Stevvart era figlia d’un operajo inglese, che ungeva le ruote dei treni alla stazione del Nord; aveva trentanove anni, una testa da cavallo, ma adorabile, tisica, e non morendo mai, la più chic di quelle signore; tre principi ed un duca.

Carolina Héquet, nata a Bordeaux, da un impiegatuccio, morto di vergogna, aveva la buona ventura di possedere per madre una donna di testa, che dopo averla maledetta, in capo ad un anno di riflessione, era tornata con lei, volendo se non altro, metterle in serbo un patrimonio; la figlia, in età