Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1217

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[p. 9 modifica] il mondo civile, mentre per la espressione delle idee chiare son fatte e inventate e perfezionate le lingue. Come infatti noi, non volendo usar queste parole, non possiamo esprimere le idee chiare che rappresentano, o dobbiamo esprimere delle idee chiare e precise (e ciò nella stessa mente nostra) confusamente e indeterminatamente; e poi diciamo che l’italiano è copiosissimo e basta a tutto, ed avanza. Sicché bisogna tacere o scriver cose da bisavoli, e poi lagnarsi che l’italiana letteratura e filosofia resta un secolo e mezzo addietro a tutte le altre. E come no, senza la lingua?

Aggiungo che, quando anche potessimo ritrovare nel nostro vocabolario o nella nostra lingua, o formare da essa lingua altre parole che esprimessero le stesse idee, bene spesso faremmo male ad usarle, perché non saremmo intesi né dagli stranieri né dagli stessi italiani, e quell’idea che desteremmo non sarebbe né potrebbe mai esser precisa; e non otterremmo l’effetto dovuto e preciso di tali parole, che è quanto dire, le useremmo invano o quasi come puri suoni.

1o, Fu tempo dove agli uomini ed agli scrittori bastava di giovare, di farsi intendere, di rendersi famosi dentro i limiti della propria nazione. Ma oggi, nello stato d’Europa che ho detto di sopra, non acquista fama né grande né durevole quello scrittore il cui nome e i cui scritti non passano i termini del