Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1216

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[p. 8 modifica] riescono familiari e domestiche, perché in gran parte derivano dal latino, benché applicate ad altre significazioni che non avevano né potevano aver nel latino, mancando i latini di quelle idee. Spessissimo vengono dal greco, che a noi non è piú, anzi meno, alieno di quello che sia alle altre lingue cólte moderne. Spesso sono interamente italiane, cioè stanno già materialmente nel nostro linguaggio, benché in significato diverso e meno sottile o meno preciso, perché i nostri antichi non poterono aver quelle idee, che oggi abbiamo noi, non perciò meno italiani di loro, né quelle idee sono meno italiane perché i nostri antichi non le arrivarono a concepire, o solo confusamente, secondo la natura de’ tempi e lo stato dello spirito umano.

Si condannino, come e quanto ragion vuole, e si chiamino barbari i gallicismi, ma non (se cosí posso dire) gli europeismi: ché non fu mai barbaro quello che fu proprio di tutto il mondo civile e proprio per ragione appunto della civiltà, come l’uso di queste voci che deriva dalla stessa civiltà e dalla stessa scienza d’Europa.

Osservate, per esempio, le parole genio, sentimentale, dispotismo, analisi, analizzare, demagogo, fanatismo, originalità ec. e tante simili, che tutto il mondo intende, tutto il mondo adopera in una stessa e precisa [p. 9 modifica]significazione e il solo italiano non può adoperare (o non può in quel significato), perché? perché i puristi le scartano e perché i nostri antichi, non potendo aver quelle idee, non poterono pronunziare né scrivere quelle parole in quei sensi. Ma cosí accade, in ordine alle stesse parole, a tutte le lingue del mondo che pur non hanno scrupolo di adoperarle. Piuttosto avrebbero scrupolo e vergogna di non saper esprimere un’idea chiara per loro e chiara per tutto