Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1441

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[p. 162 modifica] quel senso di libertà che forma la piú necessaria parte di una festa nazionale, la quale deve racchiudere l’idea di premio conceduto alla virtú, al merito, ai beneficii, ma conceduto spontaneamente e gratuitamente, cioè per pura gratitudine, ammirazione, amore, senza sperar nulla da colui al quale si concede. Non sono utili, sí per le dette ragioni, le quali affogano anzi vietano affatto l’entusiasmo, e tutta la vita che da tali istituzioni si raccoglie, sí perché l’esempio de’ regnanti o de’ potenti non è imitabile, e quindi inutile alla moltitudine. E la disuguaglianza e la distanza delle condizioni fra l’onorato e chi l’onora toglie ancora quell’affezione, quell’inclinazione, quella specie di amicizia, che nelle antiche feste nazionali legava il popolo co’ suoi passati Eroi ed era capace di eccitare generosamente gli animi.

Le feste del popolo Ebreo furono tutte religiose. Ma presso tutti i popoli antichi, massimamente però presso gli Ebrei, la religione era strettissimamente legata colla storia